Italian Medical News

Tumore al colon: possibili immunoterapie innovative

Tempo di lettura: 2 minuti

Nuova ricerca italiana ha dimostrato come lo studio del microambiente tumorale nei tumori del colon possa aprire nuove strade per lo sviluppo di immunoterapie innovative 

Una nuova ricerca tutta italiana ha dimostrato come lo studio del microambiente tumorale nel tumore del colon-retto e relative metastasi epatiche possa aprire nuove strade per lo sviluppo di immunoterapie innovative per il trattamento di questi tumori. Il lavoro è opera di un gruppo di ricercatori l’IRCCS Ospedale San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele, sotto la guida della Professoressa Chiara Bonini, Docente di Scienze Tecniche Mediche Applicate presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di UniSR.

Lo studio, pubblicato sulla rinomata rivista scientifica Gut, è parte di un programma finanziato da AIRC 5×1000, volto a sviluppare terapie innovative per il trattamento delle metastasi epatiche derivanti da tumori del colon e del pancreas. Tra le cellule immunitarie che infiltrano il tessuto tumorale di pazienti con tumore del colon-retto primitivo e metastatico, i linfociti T emergono come la prima linea di difesa dell’organismo. Tuttavia, all’interno del tessuto tumorale, diversi fattori compromettono la loro efficacia.

Cosa è emerso

Attraverso un’analisi mirata del fenotipo dei linfociti T infiltranti il tumore, è emerso che i linfociti presenti nel cancro al colon-retto primitivo e nelle metastasi epatiche condividono l’espressione di un enzima coinvolto nei processi metabolici, il CD39. Questo enzima, facente parte di una serie di molecole denominate ‘recettori di inibizione’, svolge un ruolo frenante sul corretto funzionamento dei linfociti T.

Utilizzando la tecnologia CRISPR/Cas9, una sorta di ‘forbici molecolari’, i ricercatori hanno eliminato il CD39 dai linfociti T e, in aggiunta, hanno sostituito il recettore naturale dei linfociti T (TCR, T Cell Receptor) con un recettore specifico per il tumore. Quest’ultimo, isolato dalle cellule del sangue di donatori sani, è in grado di riconoscere la proteina HER-2, già bersaglio di alcune terapie antitumorali utilizzate in ambito clinico. Le modifiche genetiche apportate ai linfociti hanno generato un gruppo di cellule dirette contro il tumore, capaci di resistere ai segnali inibitori provenienti dal microambiente tumorale.

Parla l’esperta

“Alla base di questo studio c’è un’approfondita caratterizzazione del microambiente tumorale, che si è rivelato di fondamentale importanza nella scelta del tipo di manipolazione genetica da effettuare sui linfociti T – ha dichiarato la Dott.ssa Alessia Potenza, prima autrice dello studioQuesto è stato reso possibile grazie ai campioni provenienti dal tessuto tumorale e dal tessuto sano dei pazienti che, accettando di partecipare a questo progetto, si sono messi generosamente a disposizione della ricerca scientifica aprendo nuove importanti prospettive nella cura del cancro al colon retto” – ha concluso l’esperta.

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio. 

Potrebbe interessare anche Carcinoma del colon – Dott. Giovanni Sanna

tumore al colon
Condividi:
italian medical news
ISCRIVITI Subito ALLA NEWSLETTER
non perderti le news!
ISCRIVITI Subito ALLA NEWSLETTER
non perderti le news!