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Tumore al seno avanzato: con biopsia liquida possibile risposta entro 15 giorni

Tempo di lettura: 2 minuti

Lo studio, intitolato BioItaLEE, riguarda le pazienti con il cancro al seno più comune: quello ‘ormoni-sensibile’ ed HER2 negativo

Sapere in soli 15 giorni se la terapia scelta funzionerà. Ciò potrebbe essere possibile grazie alla biopsia liquida, ovvero un semplice prelievo di sangue venoso. Una possibilità importante per chi ha un tumore al seno metastatico, poiché permette di risparmiare tempo prezioso che può fare la differenza. Lo studio in questione si chiama BioItaLEE e riguarda le pazienti che hanno il tipo più comune di cancro al seno: quello ‘ormono-sensibile’ ed HER2 negativo

Nello specifico, i ricercatori hanno utilizzato due marcatori per seguire nel tempo la risposta della malattia al trattamento. I due marcatori sono la timidina chinasi 1 e il DNA tumorale circolante, misurati entrambi attraverso la biopsia liquida. Il coordinatore dello studio è Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare dellIstituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ‘G.Pascale’ di Napoli“Questo metodo – spiega l’esperto oncologo – sembra dare informazioni più precoci rispetto alla TAC tradizionale per monitorare l’andamento della cura. Se i dati dello studio saranno confermati, con la biopsia liquida potremmo sapere in netto anticipo quali tumori sono resistenti al trattamento. Il tutto a esclusivo vantaggio delle pazienti”.

“I dati di BioItaLEE vanno nella direzione della conferma dell’efficacia già dimostrata nello studio MONALEESA-2”

La sperimentazione ha coinvolto 287 pazienti di 47 centri italiani. La variazione dei due biomarcatori è stata misurata con un prelievo di sangue prima dell’inizio della terapia e a distanza di 15 giorni. Solo nel 2020, la stima di casi in Italia era di circa 55.000 nuovi casi di carcinoma mammario. Secondo le stime sono oltre 35.000 le donne che vivono con diagnosi di malattia metastatica, che in circa il 70% dei casi esprime i recettori ormonali. Ridociclib – prosegue De Laurentiis – è l’unico farmaco della classe degli inibitori CDK4/6 in grado di vantare una totale coerenza e solidità dei risultati. Ha infatti dimostrato un vantaggio in sopravvivenza globale in donne in pre/peri e post-menopausa e con diverse combinazioni ormonali. I dati di BioItaLEE vanno nella direzione della conferma dell’efficacia già dimostrata nello studio MONALEESA-2, con metà delle pazienti vive oltre 5 anni”.

Anche il Direttore Medico di Novartis Oncology, Gianluca Fincato, ha espresso grande soddisfazione per uno studio di così alto valore scientifico. “Siamo orgogliosi di aver supportato questa ricerca. Da sempre siamo impegnati in prima linea nella ricerca di terapie che migliorino la sopravvivenza delle pazienti colpite da tumore al seno. Lo studio BioItaLEE – conclude – è l’esempio dei risultati prodotti dalla collaborazione proficua fra comunità scientifica e industria”. 

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biopsia liquida
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