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Tumori: arriva in Italia il robot che dosa i farmaci

Tempo di lettura: 2 minuti

In un noto ospedale italiano è in uso un robot che dosa alla perfezione la quantità di farmaci oncologici necessaria per ogni paziente

Un nuovo alleato nella battaglia contro il cancro è stato introdotto presso l’Ospedale Mauriziano di Torino. Si tratta di un robot che utilizza braccia antropomorfe per dosare con precisione la quantità necessaria di farmaci oncologici per ciascun paziente. Questa tecnologia innovativa ha preso forma all’interno dell’Unità Farmaci Antiblastici (Ufa) della Farmacia ospedaliera, guidata dalla Dott.ssa Annalisa Gasco, responsabile della preparazione di oltre 25.000 terapie oncologiche all’anno. Il progetto complessivo ha un valore stimato di circa 500.000 euro.

“Negli ultimi anni trascorsi come Direttore della Oncologia Medica universitaria del Mauriziano – spiega Massimo Di Maio, già direttore dell’Oncologia medica universitaria del Mauriziano – sono molto cresciute quantità e qualità dell’attività clinica dedicata ai pazienti oncologici. Le nuove terapie stanno modificando le prospettive dei pazienti affetti da tumore, ma il processo di allestimento che ne consente la somministrazione rimane un momento delicatissimo. La preparazione delle terapie oncologiche è personalizzata per singolo paziente ed è un procedimento complesso, che richiede personale specializzato, tempo e precisione. I farmaci oncologici sono caratterizzati da una finestra terapeutica ristretta, al di sotto della quale la terapia è inefficace e causa la progressione della malattia, mentre al di sopra si manifestano effetti tossici molto pericolosi. Gli eventuali errori di dosaggio potrebbero avere conseguenze gravi per il paziente”.

“I vantaggi di questa tecnologia sono davvero molti anche perché limita se non annulla i possibili errori – spiegano congiuntamente la Dott.ssa Gasco, direttore della Farmacia Ospedaliera e il Dott. Maurizio Dall’Acqua, direttore generale dell’A.O. Ordine Mauriziano di Torino – raggiungendo livelli più alti di sicurezza per i pazienti e per gli stessi operatori che manipolano farmaci citotossici”.

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