Roberto Cauda, direttore UOC Malattie Infettive della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, spiega l’altra faccia della guerra
In Ucraina, oltre a dover proteggersi dalle bombe, bisogna farlo anche dalle malattie infettive. E così, oltre alle conseguenze dirette del conflitto, gli ucraini devono fronteggiare pure quelle indirette. Infezioni a trasmissione oro-fecale, HIV, tubercolosi e Covid-19 sono i nemici che, insieme ai russi, minacciano l’Ucraina. Lo spiega bene Roberto Cauda, direttore UOC Malattie Infettive della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Malattie Infettive all’Università Cattolica di Roma, come riportato da sanitàinformazione.it.
“L’interruzione dei servizi sanitari e l’inadeguatezza dei servizi igienici sta peggiorando notevolmente la situazione epidemiologica”, afferma Cauda. “Gli impianti idrici e la rete fognaria in molte città dell’Ucraina sono stati distrutti dalle bombe. Dove l’approvvigionamento di acqua diventa sempre più difficile, cresce la possibilità di diffusione di malattie a trasmissione oro-fecale. Le infezioni – sottolinea il professore – si propagano non solo all’interno del Paese. Possono anche superare il confine, veicolate dalle persone in fuga”.
Covid-19, HIV e tubercolosi, il pericolo di aumento diffusione in Ucraina
Malattie che si diffondono per via aerea, come il Covid-19, sono una minaccia ancora più immediata. “Le persone si accalcano negli scantinati per proteggersi dai bombardamenti. La distanza di sicurezza – spiega l’infettivologo – non può essere mantenuta in una situazione del genere. L’utilizzo della mascherina diventa decisamente secondario mentre ci si ripara dal fuoco nemico. Inoltre, la scarsa diffusione di vaccini anti-Covid tra il popolo dell’Ucraina, aggrava la situazione. Solo il 30-40% è immunizzato”.
Strutture sanitarie in macerie e accesso agli ambulatori impossibile. Lo stop riguarda anche le terapie per il trattamento delle patologie croniche. “Le malattie crono-dipendenti, come gli infarti o gli ictus, non scompaiono improvvisamente allo scoppio di una guerra – continua Cauda – così come non spariscono i malati cronici. Pensiamo ad esempio ai pazienti con HIV in trattamento costretti ad interrompere bruscamente le terapie. Parimenti, quelli affetti da tubercolosi”. Nel 2019 in Ucraina è stato registrato uno dei tassi di tubercolosi più elevati al mondo. Nonostante la cura per tubercolosi sia attiva da 30 anni, in Ucraina è fornita solo dal 2011.
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