Nell’ultima settimana si è registrato un aumento del numero dei casi Covid segnalati: 10-19 anni la fascia di età più colpita
Il Covid non si ferma, e lo spettro della quinta ondata è reale. La particolarità, però, è che in questa fase i più colpiti sono i giovani. Contrariamente all’aumento dei casi, fortunatamente, il numero delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva continua a diminuire. In discesa anche il numero settimanale dei decessi. I dati provengono direttamente dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Secondo le analisi, sono diverse la cause dell’aumento di contagi. Dal rilassamento della popolazione dovuto all’allentamento delle misure, alla progressiva diffusione della più contagiosa Omicron BA.2. A ciò bisogna aggiungere il calo della protezione vaccinale sul contagio. Inoltre, da non sottovalutare, la persistenza di basse temperature che costringono le persone a frequentare attività al chiuso.
Dal monitoraggio settimanale, relativo al periodo 7-13 marzo (da tener conto che questo tipo di dati specifici non vengono mai elaborati e pubblicati nell’immediato), si è evidenziato, a livello nazionale, un aumento dell’incidenza a 576 casi per 100mila abitanti. Uno dei dati più particolari di questa nuova fase della pandemia è sicuramente l’incidenza maggiore relativa alle fasce giovanili. In particolare, la fascia compresa tra i 10 e i 19 anni vede 956 nuovi contagi ogni 100mila abitanti. Anche tra i più piccoli si vede un aumento: la fascia 0-9 anni vede infatti 767 casi ogni 100mila abitanti. Al contrario, vi è un’incidenza più bassa tra gli anziani. Si stimano infatti 302 nuovi contagi, sempre ogni 100mila abitanti, nella fascia 80-89.
Per quanto riguarda l’andamento territoriale, l’incidenza è più alta al Centro-Sud. In particolare, sono Umbria, Puglia e Calabria le regioni più colpite. Al Nord la circolazione virale è invece più bassa, specie nelle tre maggiori regioni, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, dove vivono quasi 20 milioni di persone.
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