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Somministrazione di vaccini: quasi 35mila i farmacisti abilitati

Tempo di lettura: 2 minuti

Una cifra elevata di farmacisti secondo i dati di ISS

Sono poco meno di 35mila i farmacisti che si sono abilitati per la somministrazione dei vaccini Covid-19 in farmacia. Un risultato ottenuto attraverso la partecipazione alla prima edizione del Corso di formazione. Un corso per la ‘Somministrazione in sicurezza del vaccino anti Sars-Cov-2 nelle farmacie’ organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) tra aprile e dicembre scorsi.


Secondo i dati dello stesso ISS, riportati dall’Ansa, sono 34.836 i farmacisti che hanno completato il percorso formativo. Quelli che hanno acquisito le competenze per l’inoculazione dei vaccini. Abilitandosi per la partecipazione alle equipe vaccinali Covid-19 (pari al 98% del totale di 35.706 iscritti). Di questi, oltre 2 su 3 sono donne (il 69%).

Un’adesione così alta e diffusa su tutto il territorio nazionale. E’ la conferma che i farmacisti italiani hanno dato (e continuano a dare in queste ore) un contributo diretto alla campagna vaccinale per uscire dall’emergenza sanitaria. Un impegno crescente che ha consentito di aumentare il numero delle sedi vaccinali a favore dei cittadini. E di raggiungere, a inizio febbraio, 2 milioni di somministrazioni di vaccino eseguite nelle farmacie territoriali“, ha dichiarato Andrea Mandelli, presidente della Fofi, la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani.


Per Luigi d’Ambrosio Lettieri, presidente della Fondazione Cannavò e vicepresidente della Fofi, “la storica vocazione al servizio dei farmacisti italiani e la straordinaria flessibilità operativa della farmacia hanno trovato concreto ed efficace riscontro nella drammatica esperienza pandemica. Rappresentando un sistema efficiente e collaudato della sanità territoriale a sostegno del Servizio sanitario. E a beneficio della comunità che si è giovata delle specifiche competenze scientifiche di un professionista formato e costantemente aggiornato. E tutto ciò è stato possibile grazie anche alla proficua collaborazione con l’Istituto superiore di sanità”.

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