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Legame tra Alzheimer e Covid: la preoccupazione di medici e ricercatori

Tempo di lettura: 2 minuti

Recenti studi hanno spiegato quale sia la correlazione tra il morbo di Alzheimer e il Covid-19

La recente ricerca presentata nel corso dell’edizione 2021 dell’Alzheimer Association International Conference ha portato alla luce la stretta connessione che c’è tra Covid-19 e demenza. Nello specifico, l’impatto neurologico da coronavirus sul cervello può aumentare la possibilità che una persona possa sviluppare una demenza. In alternativa può accelerare i sintomi e peggiorare le condizioni della malattia in chi già manifesta la patologia.

Un dato, questo, che ha portato la Federazione Alzheimer Italia ad appoggiare la richiesta dell’Alzheimer’s Disease International (ADI) e cioè dare priorità assoluta ai finanziamenti per studiare il legame che esiste tra queste due parti. Il Comitato Consultivo Medico e Scientifico (MSAP) di ADI, composto da 75 esperti provenienti da tutto il mondo, ha già istituito un gruppo di lavoro. Serve agire con velocità per capire che impatto può avere il virus a lungo termine.

Quello attuale è il X° Mese mondiale Alzheimer: avviata una campagna per trovare soluzioni

La richiesta parte proprio nel mese di settembre, non un periodo casuale. Questo è il X° Mese mondiale Alzheimer che ha i riflettori puntati sulla conoscenza della demenza attraverso la campagna #KnowDementia #KnowAlzheimers.

L’obiettivo resta quello di prendere spunto dalla nuove ricerche per capire come arrivare a una diagnosi precoce. Inoltre serve individuare una corretta informazione che possa dare i segnali premonitori e i sintomi della malattia. In fondo si parla di una patologia che, secondo gli studi degli esperti, avrà uno sviluppo esponenziale nel mondo. Attualmente ci sono 55 milioni di persone che ne soffrono. La cifra, purtroppo, è destinata a salita ai 78 milioni entro il 2030 e 139 milioni entro il 2050, secondo i dati diffusi dall’OMS.

Nel breve periodo, i dati potrebbero subire una diminuzione ma questo calo è solo legato al numero di decessi registrati nel periodo pandemico.

Commenta Gabriella Salvini Porro all’agenzia AGI, presidente Federazione Alzheimer Italia: “Quando è scoppiata l’emergenza sanitaria noi di Federazione Alzheimer Italia abbiamo lanciato l’allarme sulla necessità di tutelare i diritti dei cittadini più fragili, tra cui le persone con demenza: i recenti studi sull’impatto che il Covid-19 ha avuto e avrà sulla malattia ci confermano che è ancora necessario tenere alta l’attenzione.

Particolare attenzione dedicata agli effetti del long covid sull’Alzheimer

Auspichiamo che il Mese mondiale sia l’occasione per puntare i riflettori sulla demenza.Condividiamo l’appello di ADI affinchè le Istituzioni investano risorse su questa ricerca ma anche sull’assistenza. Le persone con demenza e le loro famiglie non possono essere lasciate sole. È solo unendo le forze che possono raggiungere risultati importanti“.

Attenzione puntata, quindi, agli effetti del long covid, il perdurare di quei sintomi neurologici che tanto preoccupano medici e ricercatori. Perdita del gusto e dell’olfatto, problemi cognitivi e difficoltà di concentrazione. Problemi di memoria, pensiero e linguaggio. Un danno cerebrale che è conseguenza diretta dell’infiammazione che consegue dal contatto col virus.

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