Per gli anestesisti la soluzione non è nell’aumento dei posti letto
Il trend di contagi e ricoveri è in aumento. E le aspettative per le prossime 2-3 settimane è di un incremento dell’occupazione dei posti letto in intensiva per i pazienti covid. L’allarme lo ha lanciato Alessandro Vergallo, presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac). I posti in terapia intensiva sono 9mila e ne sono occupati circa mille in questo momento. Un numero grande quello dei posti letto totale. Ma non si può pensare di aumentarli ancora perché, se così fosse, si porterebbe il sistema a un’ulteriore difficoltà dal punto di vista dell’organizzazione.
L’unico dato che può regalare una relativa tranquillità resta l’andamento del contagio in relazione ai ricoveri. Il numero dei primi è in crescita esponenziale. Quello dei secondi è lineare e questa è la piena dimostrazione del fatto che il vaccino sta producendo, comunque, dei risultati importanti. Questo dovrebbe far pensare che servirebbe incrementare ancora di più la campagna vaccinale. Per evitare di superare quella soglia limite del 10% dell’occupazione dei posti letto, una soglia alla quale ci si sta avvicinando in maniera preoccupante.
A questo, poi, va aggiunto, il fatto che è vero che ci sono 9mila posti letto ma molti di questo non sono del tutto attivi. Quindi si parla di una cifra teorica. Nel pratico, la cifra si avvicina ai 6100 posti circa, quelli definiti dalla Corte dei Conti lo scorso maggio. L’aumento realistico dei posti letto apre uno squarcio in un’altra questione e cioè che un aumento porta al relativo incremento della forza lavoro. E, in questo caso, c’è la questione della carenza del personale medico, altro grande problema di questa pandemia. Insomma, l’aumento dei posti letti, a quanto pare, non è la soluzione ideale del problema, o comunque non l’unica.
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