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Covid: nessun anticorpo per i non vaccinati dopo un anno dal contagio

Tempo di lettura: 2 minuti

I risultati emergono da una ricerca del ‘Barcellona Institute for Global’, pubblicata su ‘BMC Medicine’

Con l’arrivo dei vaccini aggiornati, e all’avvicinarsi della stagione invernale, torna in voga l’argomento Covid. Secondo uno studio pubblicato di recente, le persone non vaccinate non avrebbero più residui di anticorpi in circolo, un anno dopo aver contratto il virus. La ricerca in questione è stata elaborata dagli esperti del ’Barcellona Institute for Global’ e pubblicata su ‘BMC Medicine’.

Dallo studio è infatti emerso che il 35,8% delle persone che ha contratto il Covid, senza vaccino, non ha in circolo anticorpi in livelli rilevabili ad un anno dall’infezione. Questo caso riguarderebbe più di un terzo delle persone non vaccinate. Inoltre, la percentuale è destinata a salire per i soggetti con più di 60 anni. Nettamente minore è invece il dato per i vaccinati. Infatti, solo il 2,1% delle persone che hanno completato il ciclo vaccinale non ha anticorpi ad un anno di distanza dall’infezione da Covid-19. Inoltre, la ricerca ha restituito un ulteriore dato interessante: i vaccinati che hanno contratto il Covid-19 hanno livelli di anticorpi decisamente più alti rispetto ai non vaccinati. 

“I nostri dati sottolineano l’importanza di vaccinare le persone anche se precedentemente infettate”


Lo studio si è focalizzato sui livelli di anticorpi IgM, IgA, IgC su di un campione di oltre 1000 adulti catalani, i cui anticorpi sono stati analizzati in due occasioni: prima nel periodo tra giugno e novembre 2020 e poi tra maggio e luglio 2021. “Abbiamo cercato di valutare la siero-prevalenza nelle persone vaccinate e non” – ha dichiarato Mariana Karachaliou, prima firmataria dello studio“Abbiamo cercato di valutare anche la durata delle risposte anticorpali indotte dall’infezione e dalla vaccinazione. Infine, abbiamo tentato di identificare i principali determinanti delle risposte anticorpali indotte dalla vaccinazione.  I nostri dati – conclude l’esperta – sottolineano l’importanza di vaccinare le persone anche se precedentemente infettate. Confermano inoltre che l’immunità ibrida è superiore e più duratura”. 

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