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Depressione post partum, un fenomeno in forte crescita

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Focus sui cambiamenti fisici e psichici dettati dalla cosiddetta depressione post partum, fenomeno, purtroppo, sempre più presente

Gli squilibri ormonali che caratterizzano il periodo immediatamente successivo al parto possono provocare nella donna la cosiddetta depressione post partum. Questa condizione colpisce oltre il 15% delle donne, soprattutto nei paesi di cultura occidentale. L’Italia, segue perfettamente la media occidentale con circa 60-70.000 donne colpite ogni anno da questa patologia. La percentuale è purtroppo in continua crescita, anche in correlazione al numero di parti rispetto al passato. In estrema sintesi, ci sono meno nascite ma più depressioni generate dai parti stessi. 

La depressione post partum è caratterizzata da tre fasi: il baby-blues, la vera e propria depressione e la psicosi post-partum. Crisi di pianto immotivate, disturbi del sonno e dell’alimentazione, stanchezza eccessiva, irritabilità e umore altalenante sono i sintomi del baby blues, che è la forma depressiva più lieve e temporanea. Spesso, infatti, si risolve circa in 10 giorni, senza lasciare conseguenze.

Quando, invece, questa forma di ‘tristezza’ prosegue per un periodo più lungo si parla di depressione post partum vera e propria. Quest’ultima, inizia a manifestarsi nel secondo mese e raggiunge il suo picco tra il terzo e il sesto mese dopo il parto. I sintomi variano dalle difficoltà nel gestire i rapporti all’interno della famiglia fino a provare una forte insicurezza della propria capacità materna. In casi estremi si arriva a colpevolizzarsi per il fatto di non provare gioia nell’accudire il proprio figlio. La donna dopo il parto può anche andare incontro alla psicosi puerperale che, fortunatamente, è molto più rara (circa 1 per mille) ed è caratterizzata da sintomi quali allucinazioni e deliri.  

Cause e possibili rimedi

A provocare questo fenomeno sono le modificazioni ormonali. In particolare la diminuzione del progesterone e l’aumento degli estrogeni e della prolattina, che si verificano già poco prima del parto. A ciò vanno aggiunti possibili fattori quali l’aver sofferto in precedenza di depressione, il timore della nuova responsabilità e il sentirsi impreparata, tutti possibili elementi che possono favorire questa forma di depressione. 

Ma cosa si può fare per affrontare questa patologia? In primis è fondamentale riconoscerla e riconoscere che si ha bisogno di aiuto. Altrettanto importante è accettare quest’aiuto dalle persone vicine (partner, parenti e amici). Un esempio è lasciare che questi sbrighino le faccende domestiche o che passino un po’ di tempo col piccolo, consentendo alla donna di dedicarsi a ciò che più piace e rilassa. Non bisogna assolutamente rimproverarsi e provare sensi di colpa, mentre aiuta svolgere attività fisica regolarmente. È sempre utile rivolgersi ad un medico specialista che prescriverà, a seconda dei casi, cicli di psicoterapia o rimedi farmacologici. 

Fonte: Iss – Istituto Superiore della Sanità

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Depressione post partum

 

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