Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista ‘Nature Medicine’, conferma l’efficacia del digiuno intermittente in caso di diabete di tipo 2
Un nuovo studio dimostra l’efficacia del digiuno intermittente per i pazienti che soffrono di diabete di tipo 2 (T2D). Il lavoro, a cui hanno partecipato 209 persone, è firmato da Xiao Tong Teong dell’Università di Adelaide che commenta:” Gli interventi dietetici che comportano una moderata restrizione calorica sono una strategia consolidata per la gestione del peso oltre a ridurre il rischio di T2D. Inoltre, un’area di ricerca emergente in questo ambito è il ruolo dell’orario dei pasti e del digiuno prolungato nell’estendere i benefici della restrizione calorica. Accanto a questi dati – ha proseguito l’esperto insieme ai suoi collaboratori – l’alimentazione a tempo limitato (TRE) è emersa come una nuova forma di digiuno intermittente che enfatizza una finestra alimentare giornaliera abbreviata (4-10 ore) in linea con ritmi circardiani”.
Il digiuno intermittente è stato testato in un protocollo a tre bracci insieme all’alimentazione precoce a tempo limitato (iTRE). Ciò ha consentito al gruppo iTRE di consumare il 30% del fabbisogno calorico di base nei giorni di digiuno, seguito da 20 ore di digiuno ogni tre giorni alla settimana. Il gruppo della moderata restrizione calorica ha visto il ridursi del 30% il fabbisogno calorico giornaliero di base senza seguire un orario specifico dei pasti. I risultati mostrano che iTRE è superiore a CR nel migliorare la tolleranza al glucosio postpranduale negli adulti a maggior rischio di diabete.
Le persone che hanno digiunato 3 giorni alla settimana mangiando soltanto fra le 8 e le 12 in quei giorni hanno mostrato una maggiore tolleranza al glucosio dopo 6 mesi rispetto a chi seguiva una dieta a basso contenuto calorico. Il gruppo iTRE era anche più sensibile all’insulina, sperimentando inoltre una maggiore riduzione dei lipidi ematici rispetto alla dieta ipocalorica.
“Questi risultati indicano che l’orario dei pasti e i consigli sul digiuno estendono i benefici per la salute di una dieta ipocalorica, indipendentemente dalla perdita di peso – ha spiegato ancora Teong. Servono comunque ulteriori ricerche per verificare se gli stessi benefici si riscontrano con una finestra alimentare leggermente più lunga, cosa che potrebbe rendere più sostenibile la dieta nel lungo periodo”.
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