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HIV, nuovo vaccino in fase di studio

Tempo di lettura: 3 minuti

Il suo nome è HIVconsvX ed è un vaccino a mosaico creato per una vasta gamma di varianti dell’HIV-1, potenzialmente applicabile ai diversi ceppi del virus in qualsiasi regione geografica

Le terapie antiretrovirali attualmente disponibili dimostrano un’elevata efficacia nel garantire un’ottima qualità di vita alle persone affette da infezione da HIV. Tuttavia, al momento, non è ancora disponibile un vaccino in grado di controllare l’infezione. Per questo motivo, i team di ricerca “Evoluzione e Trasmissione Virale”, guidato dalla dottoressa Gabriella Scarlatti, e quello dell’Unità di Malattie Infettive, diretto dalla professoressa Antonella Castagna, entrambi presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele, hanno avviato uno studio clinico di fase I randomizzato controllato. Questo studio è rivolto alle persone che vivono con l’HIV e ha l’obiettivo di valutare il profilo di sicurezza e la risposta immunitaria associata a un nuovo vaccino denominato HIVconsvX, il quale potrebbe avere potenziali applicazioni terapeutiche.

Il vaccino, sviluppato dal professor Tomas Hanke presso lo Jenner Institute dell’Università di Oxford, ha già superato fasi di test preliminari su volontari privi di infezione da HIV, registrando risultati incoraggianti. A livello globale, sono circa 85,6 milioni le persone che convivono con l’HIV, con 160.000 casi solo in Italia. Nel corso del 2022, sono state identificate circa 2.000 nuove infezioni nel Paese. “AIDS e infezione da HIV sono tutt’altro che scomparsi. La ricerca di nuove cure, tra cui vaccini, è per questo un’assoluta priorità della comunità scientifica internazionale”  afferma Gabriella Scarlatti.

Alcuni limiti dei farmaci antiretrovirali

Attualmente, i farmaci antiretrovirali disponibili dimostrano un’elevata efficacia nel bloccare con successo la replicazione del virus, riducendo la sua presenza nel sangue a livelli non rilevabili. Ciò consente alle persone che vivono con l’HIV di godere di un’aspettativa di vita comparabile a quella della popolazione generale. Tuttavia, è importante notare che, nonostante l’utilizzo di terapie antiretrovirali a lunga durata, che consentono somministrazioni meno frequenti, queste devono essere mantenute per l’intera durata della vita. “La loro interruzione induce, nella maggior parte dei casi, un rebound virale, ovvero una ricomparsa della carica virale plasmatica entro 3-4 settimane” – afferma la professoressa Castagna.

Oltre a richiedere una stretta aderenza per garantire la loro efficacia, i farmaci antiretrovirali presentano ulteriori sfide legate alla possibilità di effetti collaterali derivanti dalla lunga durata del trattamento. Un’ulteriore complicazione è rappresentata dall’accessibilità limitata a queste terapie nelle popolazioni dei paesi in via di sviluppo.

Il progetto HIV-CORE007

Il progetto di ricerca San Raffaele HIV-CORE007 intende reclutare 33 volontari HIV-1 positivi (età compresa tra i 18 e i 60 anni) che abbiano avviato precocemente una terapia antiretrovirale stabile da almeno 3 mesi e che abbiano mantenuto il controllo dell’infezione per almeno 2 anni. La prima fase dello studio consiste in una sperimentazione di fase I, randomizzata e in singolo cieco, finalizzata a valutare il profilo di sicurezza del nuovo vaccino, somministrato per via intramuscolare prima e poi nuovamente dopo 4 settimane. La seconda parte dello studio mira a testare l’immunogenicità del vaccino, ovvero la capacità di generare una risposta immunitaria, nonché la sua efficacia nel controllare il virus. A tal fine, lo studio è randomizzato per determinare se i partecipanti riceveranno il regime vaccinale o un placebo.

HIVconsvX è un vaccino a mosaico creato per una vasta gamma di varianti dell’HIV-1, potenzialmente applicabile ai diversi ceppi di HIV in qualsiasi regione geografica. Afferma Raffaele Dell’Acqua, infettivologo e principal investigator dello studio: “Ipotizziamo che questo regime vaccinale sia in grado di potenziare la riposta immunitaria contro sequenze rilevanti del genoma di HIV e così favorirne il controllo della replicazione”.

A causa della sua grande variabilità e mutabilità, l’eradicazione di HIV è difficile da raggiungere, ma un vaccino terapeutico potrebbe favorire un controllo duraturo ed efficace dell’infezione. “Insieme al mio gruppo di ricerca, crediamo che questa e ricerche simili alla nostra possano profilare opportunità preziose per la gestione clinica a lungo termine delle persone che vivono con HIV, migliorandone il benessere e la qualità di vita, non ultimo in popolazioni che non hanno accesso continuo ai farmaci” conclude Gabriella Scarlatti.

Una collaborazione internazionale

HIV-CORE007 è frutto di una collaborazione internazionale in cui l’immunogeno è stato disegnato da Tomas Hanke. Il progetto è parte dell’European AIDS Vaccine Initiative 2020 (EAVI2020) e finanziato anche dal Ministero della Salute.

Fonte.

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