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Il Long Covid raddoppia i rischi cardiovascolari

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A dimostrarlo, un’ampia metanalisi degli studi condotti sull’argomento presentata oggi, 6 marzo, nel corso del congresso annuale dell’American College of Cardiology

Attenzione al cuore a causa del Long Covid. Chi ne soffre, o ne ha sofferto, presenta una probabilità più che doppia di andare incontro a problemi cardiovascolari. Lo dimostra un’ampia metanalisi degli studi condotti sull’argomento, presentata oggi, lunedì 6 marzo, durante il congresso annuale dell’American College of Cardiology a New Orleans.

Per questo motivo, gli specialisti della Società Italiana di Cardiologia (Sic) invitano i pazienti con Long Covid ad effettuare controlli regolari in presenza di nuovi sintomi respiratori o cardiaci. “Il Covid-19 non è soltanto una malattia respiratoriaspiega Pasquale Perrone Filardi, presidente Sic. Chi ha sintomi sospetti dopo aver avuto l’infezione deve approfondire per evitare conseguenze cardiovascolari serie”.

I dati del nuovo studio, raccolti da 11 ricerche su oltre 5,8 milioni di persone in tutto il mondo, mostrano chiaramente che il Long Covid mette in pericolo il cuore. Lo fa aumentando il rischio cardiovascolare e quello di sviluppare sintomi come affanno, palpitazioni o dolore toracico rispetto a chi non ha mai avuto l’infezione. Inoltre, studi precedenti hanno già dimostrato che il contagio da SarsCoV-2 è associato ad un maggior rischio per cuore e vasi. Il danno cardiaco acuto è una delle complicazioni più frequenti di Covid-19, arrivando a riguardare dal 20% al 45% dei pazienti. Il nuovo studio invece, mostra che sono ad alto rischio anche i pazienti con Long Covid, ovvero quegli individui che per 6 mesi dopo l’infezione acuta riportano sintomi come stanchezza cronica, dolori muscolari e articolari, difficoltà di concentrazione.

Il lavoro, che include i dati di 450.000 persone con complicazioni cardiovascolari, ha analizzato anche pazienti che avevano già questo tipo di malattie. Anche in questi soggetti, il Long Covid ha aumentato la probabilità di ulteriori complicanze, come la fibrillazione atriale. “E’ possibilesottolinea il presidente della Federazione Italiana di Cardiologia, Ciro Indolfi – che l’infiammazione cronica indotta dal Long Covid abbia un ruolo rilevante. Sarà importante indagare ancora per capire se i pazienti con condizioni cardiovascolari preesistenti possano essere protetti con terapie specifiche”.

I nuovi dati rappresentano comunque un monito per tutti. Dopo l’infezione Covid, e in presenza dei sintomi del Long Covid sono più probabili complicanze. Pertanto, diventa essenziale approfondire qualsiasi eventuale sintomo insolito e monitorare con maggiore attenzione il quadro cardiovascolare dei pazienti.

Fonte: Ansa.it

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