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Medici e infermieri: in aumento il numero dei contagi

Tempo di lettura: 2 minuti

Aumento del numero di operatori positivi al Covid: si va verso la terza dose per medici e infermieri

Aumenta il numero dei medici e infermieri contagati, la prima categoria ad essere stata vaccinata insieme agli over80 e fragili. Non si tratta di casi gravi e non ci sono decessi. E questo è il segnale che il livello immunitario, anche se in calo, rimane tale da dare una certa protezione. Il dato è emersi dalla FNOPI, la Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche che ha spiegato come siano calati i contagi tra gli operatori sanitari a partire dal vax day, il 27 dicembre del 2020. La base mensile, da quel periodo, era tra i 16mila e i 19mila, cifre che si sono abbassate fino ai 265 casi di luglio. Da quel momento in poi, la quota ha ripreso a salire.

Il dato al 30 agosto parla di 1896 casi in un mese e tra questi, l’82%-84% sono infermieri. Casi non gravi, come detto, e questo perché il 95% degli operatori sanitari risulta vaccinato. Dati che non possono, però, essere comparati con quelli dello scorso anno. Di sicuro, comunque, condizionati dall’esplosione della variante delta che appare contagiosa. La quasi totalità di medici e infermieri contagiati sono asintomatici o paucisintomatici.

Sul tavolo anche la decisione dell’estensione della validità del green pass

La problematica emersa è quella legata alla durata della protezione vaccinale, cosa che porta a pensare a una terza dose per medici e infermieri e per le categorie degli anziani e dei fragili. In fondo sono stati i primi ad essere vaccinati. Allo stesso tempo, si pensa anche a un allungamento da 9 a 12 mesi della durata del green pass e questo potrebbe portare a un allungamento della decisione sulla terza dose.

Anche su questi discorsi le posizioni sono diverse: tra chi vorrebbe la terza dose per le categorie definite, chi vorrebbe anche gli operatori per evitare di contagiare pazienti ed evitare la quarantena dei medici. Serve decidere quanto prima, fermo restando che l’opzione terza dose sembra la strada già tracciata per medici e infermieri. E non solo.

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