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Malattie infiammatorie croniche intestinali: studi confermano efficacia dei bio-better

Tempo di lettura: 2 minuti

Il salto di qualità dai farmaci biosimilari ai bio-better avviene grazie alla nuova possibilità di somministrazione sottocutanea di Infliximab

Nuove importanti novità per pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), malattia di Crohn e Colite ulcerosa. Dagli ultimi studi, infatti, si è evinta l’efficacia dei farmaci bio-better, un’evoluzione tecnologica dei farmaci biosimilari. Tale evoluzione è stata possibile grazie alla nuova possibilità di somministrazione sottocutanea dell’anticorpo monoclonale Infliximab. L’uso sottocutaneo dell’anticorpo monoclonale, e non più dunque solo endovenoso, è stato approvato da AIFA dal 2021

Già negli ultimi anni, gli strumenti terapeutici per le malattie infiammatorie croniche intestinali si sono arricchiti. Tale miglioramento terapeutico ha permesso ai pazienti di raggiungere una remissione clinica associata a una normalizzazione della qualità di vita, prima spesso condizionata da una serie di dolori, urgenze intestinali, astemia, anemia. Questo nuovo scenario permette di migliorare ulteriormente le cure terapeutiche e di conseguenza la vita dei pazienti. Si propone infatti una medicina di precisione, basata sulle caratteristiche della malattia e del paziente. Tra le novità più significative figurano piccole molecole, farmaci biologici e biosimilari, mentre le terapie tradizionali si evolvono mantenendo la loro utilità.

I farmaci biosimilari rappresentano una realtà di riferimento già da alcuni anni, ma la novità risiede nelle potenzialità di ulteriori sviluppi che risiedono in questi farmaci. Una di queste potenzialità è sicuramente l’utilizzo dei farmaci bio-better, impiegabili grazie alla nuova possibilità di somministrazione sottocutanea di Infliximab. Questo anticorpo monoclonale è disponibile da circa venti anni, ma fino ad ora è sempre stato somministrato in via endovenosa. La nuova opportunità di somministrarlo anche in via sottocutanea permetterà enormi miglioramenti. Infliximab presenta già di per sé vari effetti benefici. In aggiunta, la somministrazione sottocutanea offre anche maggiore stabilità nella presenza della concentrazione sierica di farmaco nel paziente, oltre a provocare una minore immunogenicità

Vantaggi non solo clinici

Ai vantaggi clinici si aggiungono anche quelli economici. Se già i biosimiliari per il SSN comportano un costo inferiore rispetto agli originator, i bio-better intervengono positivamente anche sui costi indiretti del paziente e sulla sua qualità di vita. La formulazione sottocutanea, permette infatti di non recarsi in ospedale per la terapia, ma di poterla eseguire anche a domicilio. Ciò consente risparmi sugli spostamenti del paziente e permette anche maggiore libertà di risorse all’interno degli ospedali. 

Flavio Caprioli, Professore Associato di Gastroenterologia dell’Università di Milano ha ben chiarito l’importanza della scoperta. “Il concetto di bio-better è molto recente e si riferisce alla possibilità che alcuni farmaci biotecnologici e biosimilari possano avere caratteristiche migliori rispetto all’originator stesso. La nuova formulazione di Infliximab non solo genera vantaggi logistici per i pazienti, ma presenta anche una minore immunogenicità del farmaco. Quindi una minor possibilità che nel tempo perda la propria risposta. Le più recenti novità scaturiscono non solo dai trial clinici, ma anche da studi real word. Studi quindi riferiti a casi reali in cui il paziente passa da una terapia infusionale a una sottocutanea. Si rilevano dunque sul campo – conclude Caprioli – tutti i benefici, nonché sicurezza ed efficacia”. 

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