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Scoperta molecola che blocca la crescita delle cellule tumorali

Tempo di lettura: 2 minuti

Definita dai ricercatori con il nome SM15, la nuova molecola riesce a inibire il processo di autofagia cellulare

Un nuovo studio dell’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibpm) di Roma, ha identificato una nuova molecola capace di inibire l’autofagia cellulare, cioè il processo attraverso il quale i componenti danneggiati delle proteine vengono riutilizzati per la costruzione di nuove molecole proteiche. Tale processo consente alle cellule tumorali, in taluni casi, di sopravvivere. Secondo il nuovo lavoro del Cnr-Ibpm, la nuova molecola, definita dai ricercatori SM15, riesce ad impedire l’autofagia cellulare. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista ‘Autophagy’.

“Nei tumori, l’autofagia svolge un duplice ruolo – spiega Daniela Trisciuoglio, ricercatrice del Cnr-Ibpm e coordinatrice dello studioEssa è in grado di favorire sia la sopravvivenza che la morte delle cellule tumorali, a seconda del tipo e dello stadio del tumore. Questa piccola molecola impedisce una fase specifica dell’autofagia e, allo stesso tempo, blocca la mitosi, attraverso la quale da una cellula si generano due cellule figlie dello stesso corredo cromosomico di quella originaria. Ciò determina, per le cellule tumorali, l’impossibilità di riprodursi e di rigenerarsi, causandone la morte”. In particolare, lo studio ha dimostrato che la molecola blocca le fasi più tardive del processo autofagico agendo sulla proteina SNAP29, che guida la fusione tra il materiale da degradare e i lisosomi, gli organelli che smantellano le proteine.

Anche Francesca Degrassi, ricercatrice del Cnr-Ibpm e co-autrice dello studio, ha commentato il lavoro“L’attività della SM15, impedisce la degradazione ed il riciclo di materialo cellulari deteriorati, ormai tossici per la cellula. Durante la mitosi, ovvero il processo di divisione cellulare, la molecola si inserisce nelle regioni responsabili del movimento dei cromosomi, producendo cellule figlie fortemente sbilanciate nel numero di cromosomi, che muoiono in breve tempo. Questa duplice azione della molecola SM15 potrà avere grande rilevanza nell’ambito della ricerca preclinica – spiega Degrassi. Infatti, nei tipi di tumore che necessitano di una funzionale autofagia per sopravvivere, quali il glioblastoma e gli adenocarcinomi duttali pancreatici, questa molecola potrà essere un efficace inibitore del processo. Inoltre, permetterà di identificare nuovi trattamenti farmacologici in grado di indurre la distruzione delle cellule tumorali attraverso due strade sinergiche, la morte in mitosi e quella determinata dall’inibizione dell’autofagia”.

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio

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