Secondo la Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia occorre un Piano straordinario di recupero post-pandemia
Varare un nuovo Piano Oncologico Nazionale (PON) e un Piano Straordinario di recupero per l’Oncologia post-pandemia. Sono alcune delle proposte contenute nel 14° Rapporto sulla Condizione Assistenziale dei Malati Oncologici realizzato dalla FAVO – Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia. Il rapporto è stato presentato nella giornata di ieri in Senato. Uno degli obiettivi principali è recuperare gli screening che continuano a registrare forti ritardi. Nel 2021 quasi tre milioni di screening in meno.
Tra i temi principali anche quello del diritto all’oblio, dunque il diritto per i guariti a non fornire informazioni sulla loro precedente malattia. Questo perché, nonostante oggi di cancro si guarisce sempre più, restano comunque discriminazioni non solo sul piano clinico, ma anche su quello sociale, economico e professionale. I dati parlano chiaro: il 51% delle donne e il 39% degli uomini europei che hanno avuto un tumore guariscono. Inoltre, in meno di 10 anni dalla diagnosi, la gran parte delle persone guarite tornano ad avere un’attesa di vita simile a chi non si è ammalato.
La proposta di legge per il diritto all’oblio e il recupero screening
“La guarigione – si legge nel rapporto – non coincide ancora con il ripristino di tutte le condizioni della persona preesistenti alla malattia. Non solo sul piano clinico, ma anche su quello sociale, economico e professionale. Infatti, pur risultando guariti, subiscono discriminazioni sul piano economico-sociale. In particolar modo per l’accesso ai servizi bancari e assicurativi”. La FAVO è stata la prima associazione a parlare di diritto all’oblio dell’ex malati cancro. La federazione ha costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare per la redazione di una proposta di legge, presentata a Palazzo Madama dai senatori Gaetano Quagliariello e Paola Binetti.
Resta poi in primo piano il recupero degli screening: secondo gli ultimi dati relativi al 2021 sono stati effettuati complessivamente oltre 4.480.000 inviti e 2.790.000 test di screening in meno. Anche se all’inizio del 2021 i ritardi osservati nel 2020 si sono mantenuti, è importante sottolineare che, dal confronto tra i periodi analizzati, i ritardi hanno registrato un andamento decrescente. L’idea di FAVO è quella di disporre di personale dedicato e costantemente formato e si deve far riferimento a requisiti tecnico-organizzativi-professionali ben definiti.
Potrebbe interessare anche Diritto all’oblio oncologico, raccolte più di 60mila firme