Per via della scarsa copertura vaccinale, in Ucraina sono scoppiati più volte focolai di malattie prevenibili con vaccino, ancor prima dell’inizio della guerra
L’invasione russa in terra ucraina ha causato lo sfollamento di oltre 14 milioni di cittadini; 6 milioni sono fuggiti dal paese ed altri 8 milioni sono sfollati interni. Queste popolazioni sono altamente sensibili alle malattie prevenibili con il vaccino, quali ad esempio morbillo, poliovirus paralitico e anche Covid-19. The Lancet, nota rivista britannica, ha approfondito il tema, analizzando dettagliatamente un problema probabilmente spesso sottovalutato.
Già prima dello scoppio della guerra, i tassi di vaccinazione in Ucraina erano tra i più bassi d’Europa. La copertura vaccinale infantile è nel tempo costantemente scesa al di sotto delle soglie minime stabilite dall’Oms, soglie necessarie per garantire l’immunità collettiva per alcune delle malattie più gravi. Per fare alcuni esempi concreti, nel 2021 il 20% dei bambini ucraini non era completamente vaccinato contro il morbillo. O ancora, il 13% non era protetto contro il poliovirus. Queste percentuali sono poi aumentate per via del conflitto. Analogamente, anche le percentuali relative alla copertura vaccinale anti-Covid sono preoccupanti.
I casi di morbillo e di poliovirus
A causa di questi motivi l’Ucraina ha sperimentato di recente una serie di focolai di malattie prevenibili col vaccino. Dal 2017 al 2020 il Paese ha riportato oltre 115.000 casi di morbillo che hanno visto 40 decessi. La più grande epidemia di morbillo in Europa da oltre dieci anni. Nel 2021 invece oltre 20 bambini sono stati infetti dal poliovirus paralitico di tipo 2, altra malattia assolutamente evitabile tramite vaccino; due di questi bambini hanno sofferto di un’acuta paralisi flaccida. Dopo questi episodi è stata avviata una campagna di vaccinazione di massa contro questo tipo di poliovirus, campagna che purtroppo non ha avuto vita lunga per lo scoppio della guerra. Attualmente i bambini ucraini sono a forte rischio di epidemia da poliovurus paralitico di tipo 2.
Il conflitto ha aggravato il rischio di ulteriori focolai di malattie prevenibili con vaccini. L’Ucraina ha dovuto infatti affrontare un’interruzione generalizzata dei servizi sanitari, compresi i programmi di immunizzazione. La maggior parte degli sfollati interni fuggono verso le aree rurali o le piccole città all’interno dell’Ucraina, che non hanno le infrastrutture adeguate per eseguire programmi di sorveglianza delle malattie o campagne di vaccinazione. È dunque molto alto il rischio che le dosi cruciali di vaccini vengano perse o ritardate. Se a ciò si aggiunge che anche varie nazioni confinanti che ricevono rifugiati, hanno una bassa copertura vaccinale (come la Polonia) il quadro diventa ancora più preoccupante.
Il programma di immunizzazione
La necessità di ottimizzare la copertura vaccinale è riconosciuta dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, il quale raccomanda che a tutti i rifugiati ucraini privi di prove di vaccinazione precedente sia offerta la vaccinazione nel quadro del programma di immunizzazione del paese ospitante. Da programma, la vaccinazione deve avvenire idealmente entro 14 giorni dall’arrivo, e con priorità di COVID-19, morbillo e vaccini antipolio. Interventi in questo senso diventano necessari per prevenire la morbilità e la mortalità da malattie prevenibili con il vaccino.
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