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Scoperte aree del cervello correlate alla psicosi

Tempo di lettura: 2 minuti

Generalmente le cause scatenanti delle psicosi sono sempre state rintracciate in fattori psicologici, malattie fisiche, abuso di sostanze e farmaci. Adesso, un nuovo studio fa luce su una nuova questione puramente neurologica

Allucinazioni, delirio, pensieri confusi e disturbati, associati alla mancanza di consapevolezza della propria malattia: questi sono i principali sintomi delle psicosi, un disturbo psichiatrico che altera sia la percezione che l’interpretazione della realtà. Se finora le principali cause scatenanti delle psicosi sono state attribuite a fattori psicologici, malattie fisiche, abuso di sostanze e farmaci, ora gli scienziati stanno dirigendo l’attenzione anche verso un malfunzionamento di alcune aree del cervello. I ricercatori della Stanford Medicine hanno identificato due circuiti cerebrali che potrebbero avere un ruolo chiave nelle psicosi. Una di queste due aree cerebrali serve a filtrare le informazioni in arrivo, mentre l’altra è coinvolta nella previsione di ciò che potrebbe accadere.

Gli scienziati che hanno condotto lo studio sostengono che un’anomalia nei due circuiti è correlata ai sintomi della psicosi, come la difficoltà nel distinguere la realtà, i deliri e le allucinazioni. Lo studio, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, si basa su immagini di risonanza di bambini, ragazzi e adulti. Nei casi di psicosi, i pazienti possono avere allucinazioni uditive, percepire voci o credere nell’esistenza di persone immaginarie. La psicosi può manifestarsi come disturbo autonomo o come caratteristica distintiva di gravi patologie mentali, quali il disturbo bipolare e la schizofrenia. Tuttavia, è complesso studiare l’insorgenza della schizofrenia nel cervello.

Per ottenere una visione anticipata del processo patologico, il team di Stanford ha indagato giovani dai sei ai 39 anni affetti da sindrome da delezione 22q11.2, una condizione genetica associata a un rischio del 30% di sviluppare psicosi, schizofrenia o entrambe. Per condurre lo studio, i ricercatori hanno raccolto il maggior numero possibile di dati di risonanza magnetica funzionale del cervello dei giovani, coinvolgendo complessivamente 101 individui esaminati in tre diverse università.

Il nome delle due aree cerebrali

I ricercatori hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per confrontare il cervello dei soggetti con la modifica genetica rispetto ai soggetti sani. Confrontando le scansioni cerebrali dei pazienti con sindrome da delezione 22q11.2 con o senza psicosi, gli studiosi hanno mostrato che le aree cerebrali che contribuiscono di più alla psicosi sono l’insula anteriore (una parte chiave della rete di “filtro”) e il ventrale striato (il circuito “predittore”). E questo valeva per diversi gruppi di pazienti.

Oltre a fornire una comprensione del processo di sviluppo della psicosi, i risultati hanno implicazioni potenziali per la sua prevenzione. I ricercatori ipotizzano l’utilizzo di trattamenti esistenti, come la stimolazione magnetica transcranica o gli ultrasuoni focalizzati, mirati a questi centri cerebrali nei giovani a rischio di psicosi, come coloro con sindrome da delezione 22q11.2 o con due genitori affetti da schizofrenia. L’obiettivo è vedere se tali interventi possono prevenire o ritardare l’insorgenza della condizione o attenuare i sintomi una volta manifestatisi.

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.

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