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Tumore al pancreas, individuato nuovo bersaglio terapeutico

Tempo di lettura: 2 minuti

Il biomarcatore scoperto sarebbe un fattore responsabile della resistenza delle cellule tumorali ai trattamenti chemioterapici

Importante passo in avanti nella cura del tumore al pancreas. Un gruppo di ricercatori italiani ha infatti individuato un nuovo bersaglio terapeutico che può rappresentare una grande svolta nel trattamento della neoplasia. Il team di ricercatori è stato guidato da Davide Melisi, professore di oncologia medica presso l’Università di Verona e responsabile dell’unità di Terapie sperimentali presso l’Azienda ospedaliera universitaria di Verona. I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione Airc, sono stati pubblicati il 2 gennaio scorso sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Cancer Research.

La scoperta spiegata dall’esperto

Il target individuato è l’autotaxina, possibile fattore responsabile della resistenza delle cellule tumorali ai trattamenti chemioterapici. “Il cancro del pancreas è un tumore per il quale ancora non esistono trattamenti con farmaci a bersaglio molecolare o immunoterapici oltre ai classici chemioterapici dichiara Melisi. Dall’ormai lontano 2011, quando il nostro gruppo di ricerca è nato all’Università degli studi di Verona grazie a un finanziamento Start-Up Airc, abbiamo dimostrato, prima in laboratorio e poi in studi clinici, l’attività di una classe di farmaci, inibitori del cosiddetto Transforming growth factor beta o Tgfß”.

“I dati raccolti con questo studio più recente – prosegue l’esperto – aggiungono un anello importante al nostro filone di ricerca. Dimostrano infatti che il microambiente del tumore pancreatico, e in particolare i suoi fibroblasti, rispondono all’inibizione del Tgfß con la produzione di un nuovo fattore, l’autotaxina. Quest’ultima a sua volta induce resistenza e limita l’attività di questa strategia terapeutica. Abbiamo dimostrato questo effetto sia in animali di laboratorio con cancro del pancreas, sia in pazienti trattati nell’ambito di sperimentazioni cliniche. L’impiego combinato di inibitori di Tgfß e del nuovo inibitore di autotaxina, il ioa289, rende le cellule tumorali molto più sensibili alla chemioterapia”.

Gia in corso le prime sperimentazioni cliniche

“Quello che ci rende sempre molto orgogliosi – conclude Melisi – è il poter dire che le nostre ricerche poggiano su evidenze e problemi che emergono direttamente dall’analisi dei pazienti curati nella nostra unità nell’ambito di sperimentazioni cliniche. Soprattutto, i risultati di questi studi non rimangono in laboratorio, ma servono come razionale per nuovi studi clinici da offrire a chi purtroppo è colpito da queste patologie. Abbiamo, infatti, già in corso la sperimentazione clinica di fase 1 dell’inibitore di autotaxina, ioa289, con la chemioterapia in pazienti con nuova diagnosi di malattia avanzata. Inoltre a breve avremo i risultati preliminari di tossicità e attività di questa nuova combinazione terapeutica. Questi studi sono il frutto del lavoro di un gruppo solido e affiatato di giovani medici e biologi che lavorano con me oramai da anni e che ci permette di affrontare in modo complessivo il problema del cancro del pancreas”.

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.

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