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Epatite sconosciuta tra i bambini, crescono casi in varie zone dell’Europa

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Dopo il primo allarme relativo a casi in Inghilterra e Scozia, il Centro europeo per le malattie segnala nuovi casi anche in Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi e Spagna

Epatite sconosciuta si diffonde tra bambini. I casi segnalati di questa epatite non corrispondono ad alcun ceppo noto. I primi episodi ci furono nel Regno Unito lo scorso 5 Aprile, con circa 70 casi. Il Centro europeo per le malattie (Ecdc) allarma ulteriormente la situazione, segnalando nuovi casi riscontrati in altre nazioni europee come Danimarca, Paesi Bassi e Spagna

Nonostante le indagini siano in corso in tutti i Paesi che hanno visto casi, la causa esatta dell’epatite e la sua relativa diffusione tra i bambini, è ancora sconosciuta. In Inghilterra, dove si sono registrati il maggior numero di casi fino ad ora, si ritiene che una causa infettiva sia molto probabilmente basata sulle caratteristiche cliniche ed epidemiologiche dei casi oggetto di indagine. Attualmente, l’Ecdc sta lavorando con i team sanitari di ciascuno dei paesi che segnalano casi. Anche lOms sta contribuendo alle indagini in corso. 

I sintomi dei bambini colpiti e le possibili cause

I primi episodi riscontrati nel Regno Unito si sono presentati clinicamente con epatite acuta grave. Molti di questi casi erano caratterizzati da livelli aumentati di enzimi epatici. Altri erano itterici. Altri pazienti hanno riportato sintomi gastrointestinali, tra cui dolore addominale, diarrea e vomito. La maggior parte dei pazienti non accusa febbre, ma alcuni hanno richiesto cure presso reparti epatici pediatrici specializzati. In alcuni casi, addirittura, si è dovuto ricorrere al trapianto di fegato. Non è stato inoltre identificato nessun collegamento con il vaccino anti Covid-19. Inoltre, le informazioni dettagliate raccolte attraverso un questionario su casi relativi a cibo, bevande e abitudini personali non hanno riscontrato nessuna esposizione comune

In ogni caso, le uniche piste attendibili attualmente riguardano eventuali cause incentrate su un agente infettivo o su una possibile esposizione tossica. Le indagini tossicologiche sono in corso ma si ritiene più probabile un’eziologia infettiva. Di certo, la situazione non è ancora in esplosione ma comunque suonano i primi campanelli di allarme. Nelle prossime settimane arriveranno i risultati delle indagini per fare, o almeno provare a fare, chiarezza su questa situazione. L’Ecdc e l’Oms continueranno a monitorare constantemente la situazione. 

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