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Malattie epatiche associate all’alcol, aumentano numeri e mortalità

Tempo di lettura: 2 minuti

I tassi di mortalità per malattie epatiche associate all’alcol sono aumentati ogni anno dal 2017 al 2020. I dati pubblicati su Clinical Gastroenterology and Hepatology

Malattie epatiche associate all’alcol, un problema sempre più presente. Basti pensare che in soli 3 anni, dal 2017 al 2020 sono aumentati drasticamente numeri e mortalità. Inoltre, si stima un’ulteriore accelerazione avviata durante la pandemia ed in continua espansione. Tutto ciò, è quanto evidenziato dai nuovi dati pubblicati su Clinical Gastroenterology and Hepatology.

La malattia epatica associata all’alcol, anche definita epatopatia alcolica (ALD) rappresenta inoltre un notevole onere finanziario ospedaliero. L’indicazione principale per gli epatologi è addirittura il trapianto di fegato. Sasha Deutsch-Link, borsista di gastroenterologia presso la University of North Carolina School of Medicine ha illustrato chiaramente la situazione. “Stiamo assistendo a un aumento persistente della mortalità da oltre due decenni. Abbiamo assistito a un’accelerazione di questa tendenza dall’inizio della pandemia di Covid-19. C’è quindi un chiaro abbinamento dell’aumento del consumo di alcol, in relazione all’avvento dell’emergenza sanitaria”.

Deutsch-Link e colleghi, per studiare ulteriormente le tendenze di mortalità delle malattie epatiche associate all’alcol, hanno utilizzato dei file del CDC National Center for Health Statistics. Questo lavoro è servito per raccogliere dati sulla mortalità dei residenti negli Stati Uniti da gennaio 2017 a dicembre 2020. I ricercatori hanno riportato i tassi di mortalità annuali relazionati ad età, sesso e razza/etnia. In aggiunta è stata riportata la variazione percentuale mensile della mortalità grezza. “Gli studi futuri – prosegue Deutsch-Link – dovrebbero concentrarsi su interventi per affrontare il consumo di alcol a livello di salute pubblica. Inoltre, è importante migliorare l’accesso al trattamento basato sull’evidenza per il disturbo da consumo dall’alcol. Abbiamo assistito a numerosi interventi di successo per affrontare la crisi degli oppioidi. Dobbiamo imparare da questi sforzi – conclude – per intervenire sull’aumento del consumo di alcol e sulle complicanze associate“.

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