In soli 18 mesi, grazie all’Intelligenza Artificiale (IA), è stato individuato un nuovo bersaglio terapeutico, sviluppato un farmaco efficace e verificata la sua sicurezza
La fibrosi polmonare è una malattia debilitante, caratterizzata da progressiva involuzione o ‘cicatrizzazione’ dei polmoni che gradualmente compromette la capacità di respirare della persona malata. La fibrosi polmonare appartiene ad una categoria di malattie polmonari chiamate interstiziopatie polmonari o pneumopatie infiltrative diffuse. Si tratta di una categoria che comprende più di 200 diverse forme con caratteristiche cliniche spesso simili, di cui molte possono evolvere verso la fibrosi polmonare.
Una delle forme più note è la fibrosi polmonare idiopatica (Ipf): si parla di questa patologia quando la causa della fibrosi non può esser stabilita, rendendo più difficile una corretta cura. Adesso però, una nuova promettente scoperta può combattere l’Ipf (che ricordiamo essere una malattia grave e spesso letale). In soli 18 mesi, grazie all’Intelligenza Artificiale (IA) è stato identificato un nuovo bersaglio terapeutico, sviluppato un farmaco efficace e verificata la sua sicurezza.
Il nuovo farmaco agisce inibendo il gene Tnik
Finora, infatti, i farmaci sperimentali testati non hanno avuto alcun successo. Il lavoro di ‘biogerontology’ e del suo team di ‘InSilicoMeds’ è stato pubblicato su ‘Nature biotechnology’. La molecola in questione, chiamata INS018_055, è in grado di inibire il gene Tnik e ha mostrato ottime proprietà sia in laboratorio che negli studi su animali, funzionando per via orale, inalatoria e topica e agendo su diversi organi. La molecola ha inoltre proprietà antinfiammatorie, dimostratesi efficaci in diversi studi. La sua sicurezza e tollerabilità sono state poi verificate in due studi clinici di fase I controllati e randomizzati su volontari sani.
Decisivo il ruolo dell’IA, che ha consentito ai ricercatori di identificare Tnik come un nuovo potenziale bersaglio per combattere la fibrosi, oltre ad aiutare lo sviluppo della molecola. “Questo lavoro – ha scritto su ‘X’ Nicola Marino (collaboratore di biogerontology) – sottolinea l’enorme potenziale dell’IA per accelerare e migliorare la scoperta di nuovi farmaci“.
Clicca qui per leggere l’estratto originale del lavoro di ‘biogerontology’.
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