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Covid, il virus può persistere nell’organismo per oltre 1 anno

Tempo di lettura: 2 minuti

È quanto dimostra un nuovo studio condotto da un team di esperti della University of California – San Francisco

Il Covid può rimanere nel sangue e nei tessuti dei pazienti per oltre un anno dopo la fine della fase acuta della malattia. È quanto emerge da una nuova ricerca della University of California – San Francisco. Il team di esperti ha trovato frammenti del virus, denominati antigeni Covid, persistenti nel sangue fino a 14 mesi dopo l’infezione e per oltre due anni in campioni di tessuto di persone colpite dal virus. I risultati della ricerca sono stati presentati alla Conferenza sui retrovirus e le infezioni opportunistiche (Croi), che si è svolta dal 3 al 6 marzo 2024 a Denver.

All’inizio della pandemia, si riteneva che il Covid-19 fosse una malattia temporanea. Tuttavia, un numero sempre maggiore di pazienti, anche coloro che precedentemente godevano di buona salute, ha continuato a manifestare sintomi persistente come confusione mentale, disturbi digestivi e problemi vascolari per mesi, se non addirittura anni.

Il procedimento dello studio

I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue provenienti da 171 individui infettati precedentemente dal Covid. Attraverso l’uso di un test altamente sensibile per la proteina Spike, essenziale per consentire al virus di penetrare nelle cellule umane, hanno scoperto che il virus era ancora presente, in alcune persone, fino a 14 mesi dopo la fase acuta della malattia. Tra coloro che avevano richiesto il ricovero ospedaliero a causa del Covid, la probabilità di rilevare gli antigeni era approssimativamente doppia.

Poiché si ritiene che il virus persista nei serbatoi dei tessuti, gli studiosi si sono rivolti poi alla Long Covid Tissue Bank, che contiene campioni donati da pazienti con e senza Long Covid. Hanno rilevato porzioni di RNA virale fino a due anni dopo l’infezione, sebbene non vi fossero prove che le persone si fossero reinfettate. L’hanno trovato nel tessuto connettivo dove si trovano le cellule immunitarie, cosa che suggerisce che i frammenti virali possano causare l’attacco del sistema immunitario.

I prossimi passi

I ricercatori evidenziano che sono necessari ulteriori studi per determinare se la persistenza di questi frammenti determina il Long Covid e i rischi associati come infarto e ictus. Ma, sulla base di questi risultati, il team di ricerca è coinvolto in numerosi studi clinici che stanno testando se gli anticorpi monoclonali o i farmaci antivirali possono rimuovere il virus e migliorare la salute delle persone con Long Covid.

Fonte: sito web Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections

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