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Frequenza cardiaca e respirazione: arriva la pillola ‘smart’

Tempo di lettura: 3 minuti

Un team di esperti americani ha elaborato il primo dispositivo ingeribile in grado di monitorare, dall’interno e in sicurezza, alcuni segni vitali come la respirazione e la frequenza cardiaca

Sviluppato il primo dispositivo ingeribile capace di monitorare, dall’interno in maniera sicura, segni vitali cruciali come la respirazione e la frequenza cardiaca. Questa innovativa ‘pillola’, opera di un gruppo di scienziati americani e presentata sulla rivista Device, potrebbe aprire prospettive per cure accessibili e convenienti per coloro a rischio di overdose da oppioidi. “La capacità di facilitare la diagnosi e monitorare molte condizioni senza dover ricorrere all’ospedale può fornire ai pazienti un accesso più facile alle cure e supportare il trattamento” afferma il primo autore dello studio, Giovanni Traverso. L’esperto è professore associato nel Dipartimento di Ingegneria Meccanica al Massachusetts Institute of Technology e gastroenterologo presso il Brigham and Women’s Hospital.

Recentemente, la comunità scientifica ha visto la proliferazione di numerosi dispositivi ingeribili. A differenza dei dispositivi impiantabili, come i pacemaker, quelli ingeribili sono user-friendly e non necessitano di interventi chirurgici. A titolo di esempio, medici impiegano capsule ingeribili, simili a pillole, per condurre colonscopie, procedura tradizionalmente eseguita in ambiente ospedaliero. “L’idea di utilizzare un dispositivo ingeribile è che un medico possa prescrivere queste capsule, e tutto ciò che il paziente deve fare è ingerirle” – afferma Benjamin Pless, coautore dello studio e fondatore della Celero Systems, sviluppatore di dispositivi medici con sede nel Massachusetts. “Le persone sono abituate a prendere pillole, e i costi dell’uso di dispositivi ingeribili sono molto più convenienti rispetto alla conduzione di procedure mediche tradizionali” – ha aggiunto.

La pillola nel dettaglio

La VM Pill, o pillola di monitoraggio dei parametri vitali, opera attraverso il rilevamento delle sottili vibrazioni corporee legate alla respirazione e al battito cardiaco. Essa è in grado di identificare l’arresto della respirazione dall’interno del tratto digestivo. Nelle prove condotte su maiali anestetizzati, il dispositivo ha segnalato con successo l’arresto respiratorio causato dall’assunzione di fentanyl, permettendo ai ricercatori di intervenire prontamente. Inoltre, il team ha effettuato test su esseri umani, somministrando la VM Pill a individui valutati per l’apnea notturna. Questo disturbo, caratterizzato da interruzioni respiratorie durante il sonno, spesso risulta difficile da diagnosticare, ma la VM Pill offre un approccio innovativo evitando la necessità di procedure invasive in laboratori del sonno. “Dato il nostro interesse per la sicurezza degli oppioidi, ci siamo resi conto che l’apnea notturna presenta molti dei sintomi della depressione respiratoria indotta dagli oppioidi” – afferma Pless.

I ricercatori hanno testato con successo la VM Pill su 10 pazienti affetti da apnea notturna presso la West Virginia University. Il dispositivo ha dimostrato un’accuratezza del 92,7% nel rilevare le interruzioni della respirazione e nel monitorare la frequenza respiratoria. Inoltre, rispetto alle macchine esterne di monitoraggio vitale, la pillola è in grado di monitorare la frequenza cardiaca con un’accuratezza di almeno il 96%. La sperimentazione ha altresì confermato la sicurezza del dispositivo, poiché tutti i partecipanti l’hanno espulso nei pochi giorni successivi all’esperimento.

“L‘accuratezza e la correlazione di queste registrazioni sono eccellenti rispetto agli studi clinici standard che abbiamo effettuato nei nostri laboratori del sonno”afferma Ali Rezai, coautore del paper e neuroscienziato presso il Rockefeller Neuroscience Institute, West Virginia University. “La capacità di monitorare a distanza segnali vitali critici dai pazienti senza fili, cavi o la necessità di tecnici medici apre la porta al monitoraggio dei pazienti nel loro ambiente naturale rispetto alla clinica o all’ospedale” – aggiunge.

Clicca qui per leggere i risultati originali dello studio.

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