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Glioblastoma: in arrivo nuova terapia genica

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Un nuovo lavoro ha elaborato una terapia genica molto promettente contro un tumore cerebrale aggressivo: il glioblastoma

Il glioblastoma, un tumore cerebrale altamente aggressivo, è notoriamente conosciuto per la sua resistenza ai trattamenti. Nei casi ricorrenti, la sopravvivenza può scendere al di sotto dei 10 mesi. Anche le immunoterapie, che attivano le difese immunitarie del corpo contro il cancro, non hanno dimostrato efficacia contro questo tipo di tumore, in parte a causa della difficoltà del sistema immunitario nel penetrare l’ambiente circostante al cancro. 

Al fine di trasformare questo ambiente sfavorevole all’azione del sistema immunitario in uno più favorevole, i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital (BWH) hanno sviluppato un nuovo virus progettato per infettare le cellule tumorali e promuovere una risposta immunitaria antitumorale. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature, hanno evidenziato la sicurezza e l’efficacia preliminare di questo innovativo approccio di terapia genica nei pazienti con glioma ad alto grado, mostrando una prolungata sopravvivenza in un sottogruppo di pazienti affetti da malattia ricorrente.

Rimodellare il ‘deserto immunitario’ che favorisce il glioblastoma

“Il glioblastoma ha un effetto aggressivo in parte a causa di un ambiente di fattori immunosoppressori che circondano il tumore, che ne consentono la crescita impedendo al sistema immunitario di entrare e attaccarlo – afferma il presidente del Dipartimento di Neurochirurgia del BHW e autore della ricerca, Antonio ChioccaQuesto studio ha dimostrato che con un virus da noi progettato possiamo rimodellare questo ‘deserto immunitario’ in un ambiente pro-infiammatorio”. 

Durante questa fase I, che rappresenta la prima sperimentazione su soggetti umani, è stata valutata la sicurezza di un virus oncolitico denominato CAN-3110. Questo virus è stato attentamente progettato e ha superato una fase di test preclinici. Si tratta di un virus oncolitico basato sull’herpes simplex (oHSV), lo stesso tipo di virus impiegato con successo in una terapia approvata per il trattamento del melanoma metastatico, che mira ad attaccare le cellule cancerogene.

Il lavoro ha riguardato 41 pazienti

Diversamente da altri virus dell’herpes simplex (oHSV) utilizzati in ambito clinico, questa terapia incorpora il gene ICP34.5, comunemente escluso dalle varianti clinicamente impiegate poiché, nelle sue forme modificate, può causare malattie nell’uomo. Nonostante tale rischio, i ricercatori hanno avanzato l’ipotesi che questo gene sia cruciale per scatenare una risposta pro-infiammatoria robusta, essenziale per colpire il tumore. Di conseguenza, hanno progettato una versione dell’oHSV1 che include il gene ICP34.5, ma è anche geneticamente ‘programmata’ per non attaccare le cellule cerebrali sane. Complessivamente, lo studio ha dimostrato la sicurezza di CAN-3110 in 41 pazienti affetti da gliomi ad alto grado, di cui 32 presentavano glioblastoma ricorrente. Gli eventi avversi più gravi si sono manifestati sotto forma di convulsioni in due partecipanti.

Nei pazienti con anticorpi preesistenti, i ricercatori hanno identificato marcatori di diversi cambiamenti nel microambiente tumorale correlati all’attivazione immunitaria. Gli studiosi ipotizzano che la presenza degli anticorpi HSV1 abbia innescato una risposta immunitaria rapida al virus, aumentando così il numero di cellule immunitarie all’interno del tumore e generando un aumento dei livelli di infiammazione nel microambiente tumorale. Dopo il trattamento con CAN-3110, è stato osservato anche un incremento nella diversità del repertorio delle cellule T, suggerendo che il virus induca una risposta immunitaria estesa, potenzialmente eliminando le cellule tumorali e favorendo il rilascio di antigeni tumorali. È stato dimostrato che tali cambiamenti immunologici successivi al trattamento sono associati a un miglioramento della sopravvivenza.

Alla ricerca di conferme e sicurezze

In prospettiva futura, i ricercatori intendono condurre studi prospettici approfonditi per valutare ulteriormente l’efficacia del virus oncolitico sia nei pazienti con preesistenti anticorpi contro l’HSV1 che in coloro che ne sono sprovvisti. Dopo aver confermato la sicurezza dell’iniezione virale, stanno attualmente sperimentando la sicurezza e l’efficacia di un massimo di sei iniezioni distribuite nell’arco di quattro mesi. Questo approccio, simile a cicli multipli di vaccinazione, si pone l’obiettivo di potenziare l’efficacia della terapia.

“Quasi nessuna immunoterapia per questo tumore cerebrale è stata in grado di aumentare l’infiltrazione immunitaria in questi tumori – evidenzia Chiocca. Ma il virus studiato qui ha provocato una risposta immunitaria molto reattiva con infiltrazione di cellule T che uccidono il tumore. È difficile da fare con il glioblastoma quindi i nostri risultati sono entusiasmanti e ci danno speranza per i nostri prossimi passi”.

Clicca qui per leggere i risultati originali dello studio. 

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glioblastoma
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