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L’importanza del sonno nella costruzione della memoria

Tempo di lettura: 2 minuti

Nel processo del consolidamento della memoria, il sonno gioca un ruolo fondamentale. Lo spiega un nuovo studio pubblicato su Nature Neuroscience

Dormire correttamente è una funzione fondamentale per il nostro organismo, funzione che influisce su una serie di attività. Una di queste è il processo di consolidamento della memoria: il sonno infatti è un fattore determinante. A dimostrarlo è un nuovissimo studio pubblicato su ‘Nature Neuroscience’.

Da tempo si suggerisce che il cervello converta i nuovi dati raccolti durante il giorno in ricordi a lungo termine durante il sonno, grazie al lavoro dell’ippocampo e della corteccia cerebrale. Questo processo avverrebbe durante una parte del sonno profondo, in cui le onde cerebrali rallentano e i neuroni iniziano uno schema di attivazione stop-start che alterna scariche elettriche coordinate e silenzio del segnale. Il nostro lavoro fornisce la prima grande prova che esiste effettivamente questo meccanismo”. Queste sono le parole di Itzhak Fried della David Geffen School of Medicine della University of California di Los Angeles (UCLA), autore senior dello studio.

Lo studio nel dettaglio

I dati dello studio riguardavano 18 pazienti affetti da epilessia, sottoposti a impianto di elettrodi per localizzare l’origine delle convulsioni. Prima del sonno, sono state presentate ai pazienti 25 coppie di carte, raffiguranti animali accoppiati a celebrità come Marilyn Monroe, chiedendo loro di memorizzare tali associazioni. Dopo il periodo di sonno, la memoria è stata nuovamente valutata. Nella seconda notte, sono state mostrate altre 25 coppie di accoppiamenti. Durante la notte, segnali elettrici mirati sono stati inviati attraverso un sistema a circuito chiuso.

Questo sistema, riconoscendo i segnali cerebrali tipici del sonno profondo, ha fornito impulsi di stimolazione per favorire la sincronizzazione dei neuroni che si attivano rapidamente. Successivamente, la memoria è stata testata nuovamente al mattino. La stimolazione aveva migliorato la memoria mattutina rispetto al sonno normale in 6 pazienti che avevano ricevuto gli input nella regione prefrontale della corteccia cerebrale, mentre la stimolazione mirata ad altre regioni cerebrali ha avuto esiti contrastanti.

“I nostri dati supportano l’idea che le connessioni ippocampo-corteccia cerebrale siano un fattore importante nel consolidamento della memoria. Il nostro prossimo obiettivo è prendere di mira ricordi specifici, piuttosto che solo ricordi generici” – concludono gli autori.


Fonte.

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