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Long Covid genera nuova malattia cardiaca: “sindrome Pasc”

Tempo di lettura: 2 minuti

L’American College of Cardiology ha pubblicato un documento di consenso sulla gestione dei pazienti con long Covid e sintomi: nasce così il Sequele Post Acute

Sono molte le conseguenze del Covid, soprattutto sul cuore. Dolore al petto, palpitazioni e alterazioni del battito, ma anche stanchezza e difficolta respiratorie. Quasi il 30% dei contagiati risentono di questi sintomi, anche 4 o più mesi dopo la risoluzione dell’infezione. Esiste dunque un long Covid solo cardiovascolare che ora è classificato dagli esperti con il termine Pasc (Sequele Post Acute da Sars-Cov-2). E’ per questo motivo che L’American College of Cardiology ha pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, un documento di consenso che indica la strada da percorrere per affrontare il long Covid. Questo, infatti, spesso coinvolge cuore e vasi

Anche i nostri esperti connazionali della Società Italiana di Cardiologia (Sic) condividono lo studio degli statunitensi. Si richiama infatti l’attenzione a seguire il documento come una guida a cui attenersi. Soprattutto sull’opportunità di sottoporsi ad un corretto iter diagnostico in presenza di sintomi cardiovascolari dopo il Covid. Inoltre, si sottolinea l’importanza di utilizzare una corretta attività fisica.

Le parole di Ciro Indolfi, Presidente Società Italiana di Cardiologia (Sic)

Ciro Indolfi, Presidente Sic e Ordinario di Cardiologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro, ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito. “Il long Covid a livello cardiovascolare viene ormai identificato come ‘Pasc’. Sono così numerosi i casi di pazienti con un interessamento cardiovascolare dopo l’infezione da Covid, che si è definita una nuova malattia. Si parla di Pasc-Cvd quando dopo i test diagnostici si individua una vera e propria patologia cardiovascolare, oppure di Pasc-Cvs o sindrome di Pasc quando invece gli esami diagnostici standard non identificano alcuna malattia cardiovascolare specifica ma comunque sono presenti sintomi come tachicardia, intolleranza all’esercizio, dolore toracico e mancanza di respiro. Purtroppo – aggiunge Indolfi – sembra esistere una spirale discendente nel long Covid, come l’hanno definita i colleghi americani“.

Indolfi, continua poi raccomandando l’importanza di seguire il documento di consenso statunitense. “Il documento raccomanda una valutazione cardiopolmonare di base eseguita in anticipo per determinare se siano necessarie ulteriori cure specialistiche e terapia medica per questi pazienti. L’approccio iniziale – prosegue il Presidente Sic – in caso di sintomi dovrebbe prevedere test di laboratorio di base. Dunque troponina cardiaca, elettrocardiogramma, ecocardiogramma, monitoraggio del ritmo ambulatoriale, imaging del torace e/o test di funzionalità polmonare“.

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