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Con la polipillola 30% in meno di rischio infarto e ictus: lo studio

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I risultati della ricerca, pubblicati sul ‘New England Journal of Medicine’, sono stati presentati nel corso della prima giornata di ESC Congress 2022

Con la pillola ‘tre in una’ si riduce il 30% il rischio di ictus e infarto in chi ha già avuto un attacco cardiaco. La polipillola è composta tra tre farmaci: un antipertensivo, una statina e l’aspirina. Sono questi i risultati del più ampio e lungo studio internazionale su questo nuovo approccio, condotto in 113 centri di 7 Paesi (presente anche l’Italia). La ricerca ha visionato oltre 2500 persone, seguite per tre anni, che erano andate incontro ad un infarto miocardico nei sei mesi precedenti. Lo studio appena pubblicato sul ‘New England Journal of Medicine’ , è stato presentato nel corso della prima giornata di ESC Congress 2022, il meeting annuale della Società europea di cardiologia, in programma dal 26 al 29 agosto a Barcellona. 

Tra i coordinatori dello studio, il noto cardiologo spagnolo Valentin Fuster il quale ha presentato i risultati della ricerca commentandola in questo modo. “Abbiamo esaminato la coincidenza di morte cardiovascolare, infarto, evento cerebrovascolare e rivascolarizzazione urgente. Tutto era più basso nel gruppo polipillola. Le curve tra i gruppi iniziano a separarsi dal primo momento e sono ancora separate a quattro anni di distanza. Se proseguissimo con lo studio, le curve probabilmente sarebbero ancora più lontane”. Nello specifico il rischio di questi eventi cardiovascolari è stato ridotto del 24% tra coloro che assumevano la polipillola rispetto al gruppo che ha ricevuto il trattamento separato. Le morti cardiovascolari, in particolare, sono state ridotte del 33%: da 71 pazienti nel gruppo di trattamento abituale a 48 nel gruppo polipillola.

Le parole del Presidente della Società Italiana di Cardiologia

Anche il presidente della Società Italiana di Cardiologia – SIC, Ciro Indolfi, si è espresso in merito.  “La polipillola, contenente aspirina, un ACE inibitore e una statina è risultata più efficace dei trattamenti standard nel ridurre il rischio cardiovascolare in pazienti con precedente infarto miocardico, senza però incidere per la mortalità per tutte le cause. La polipillola – prosegue – è comoda da usare per i pazienti in quanto combina diversi farmaci in una sola pasticca giornaliera. In questo modo si semplifica la terapia migliorando l’aderenza, meccanismo responsabile dei benefici di questa strategia terapeutica”.

“I risultati di questo studio – continua Indolfi –  suggeriscono che la polipillola potrebbe diventare parte integrante delle strategie di prevenzione degli eventi cardiovascolari nei pazienti post-infartuati ma – avverte l’esperto – non si tratta di una combinazione ‘magica’. La polipillola contenente tre farmaci in dosi fisse infatti, non consente, però, l’ottimizzazione della terapia. Potrebbe dunque esserci il rischio – conclude – di sotto dosaggio, a causa dell’impossibilità di regolare i singoli componenti della polipillola sulla base delle esigenze di ciascun paziente”. 

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Polipillola
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