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Scoperto un possibile meccanismo alla base del Long Covid

Tempo di lettura: 2 minuti

Al centro delle origini del Long Covid ci sarebbe la stimolazione cronica dell’antigene, come sostenuto da un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica ‘medRxiv’

Un recente lavoro, da poco pubblicato sulla rivista scientifica ‘medRxiv’, indica una concreta via su come individuare e trattare il Long Covid. La causa, secondo gli autori dello studio, ovvero i ricercatori del Department of Women’s and Children’s Health al Karolinska Institutet di Solna (Svezia), sarebbe la stimolazione antigenica persistente: in particolare, il team sostiene che elevati livelli di immunoglobuline G (IgG) specifiche per SARS-CoV-2 identificano in modo affidabile la patologia. “Quanto abbiamo scoperto indica una stimolazione cronica da parte degli antigeni virali, facendo così luce sui complessi aspetti immunologici della condizione” – spiega Lucie Rodriguez, prima autrice del lavoro.

Il gruppo di ricercatori si è concentrato su alcuni gravi casi di Long Covid, scoprendo le cause nel rapporto tra l’espansione clonale delle cellule T CD8+ della memoria, l’esposizione cronica all’antigene e le elevate risposte IgG. In base a queste interazioni viene permesso al virus di stabilire un serbatoio all’interno del corpo del paziente, portando a un’infezione persistente e allo sviluppo di un Covid a lungo termine.

Gli esperti hanno osservato che non c’è un pattern uniforme di sintomi, segni di danni agli organi o profili immunologici distintivi tra i pazienti affetti da Long Covid. Tuttavia, è emerso che nei pazienti con Long Covid le risposte anticorpali nel sangue sono significativamente più elevate rispetto a coloro che si sono ripresi rapidamente, suggerendo la presenza di una stimolazione antigenica persistente. Inoltre, il team ha osservato un problema nell’espansione delle cellule T CD8+ di memoria citotossica destinate a SARS-CoV-2. Ciò suggerisce che gli individui che non riescono a generare una risposta di cellule T CD8+ espansa clonalmente al virus sviluppano un serbatoio virale persistente, contribuendo ulteriormente al Long Covid.

La soluzione? Una somministrazione prolungata di antivirali

Grazie a questi importanti risultati i ricercatori sostengono che la somministrazione prolungata di antivirali potrebbe essere il modo migliore per trattare i pazienti con Long Covid. “Questo approccio ha lo scopo di eliminare il serbatoio virale, riducendo così la stimolazione antigenica e consentendo una risposta immunitaria più robusta” – dichiarano gli autori.

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.

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