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Una notte ‘in bianco’ può avere effetti anti-depressivi: lo studio

Tempo di lettura: 4 minuti

Nuova ricerca dell’Università Northwestern (USA) ha scoperto che la perdita di sonno acuta può ridurre la depressione per diversi giorni

Chiunque abbia trascorso una notte in bianco conosce bene quell’inequivocabile stato mentale in cui il corpo è esausto, ma il cervello si trova quasi in uno stato euforico, confuso ed ebbro. Ora, un team di neurobiologi dell’Università Northwestern negli Stati Uniti ha identificato per la prima volta ciò che scatena questo ‘stato di ubriachezza’, capace di allontanare la depressione per diversi giorni. Secondo quanto riportato sulla rivista Neuron, la privazione acuta di sonno aumenta il rilascio di dopamina e riconfigura l’attività cerebrale.

I ricercatori hanno indotto una leggera privazione acuta del sonno nei topi, successivamente esaminando il loro comportamento e l’attività cerebrale. Durante il periodo di perdita acuta di sonno, non solo si è registrato un aumento del rilascio di dopamina, ma anche una potenziata plasticità sinaptica ha riconfigurato letteralmente il cervello, mantenendo un umore euforico nei giorni successivi. Fondamentalmente, questo ha contribuito a contenere la depressione per un certo periodo. Tali scoperte potrebbero fornire ai ricercatori una migliore comprensione delle transizioni degli stati d’animo in modo naturale, oltre a gettare luce sulla comprensione più approfondita del funzionamento degli antidepressivi ad azione rapida, come il ketamine, e aiutare a identificare nuovi bersagli terapeutici.

Perdita di sonno breve: un campo non ben conosciuto

“La perdita cronica del sonno è ben studiata, e i suoi effetti uniformemente dannosi sono ampiamente documentati” – spiega Yevgenia Kozorovitskiy, docente dell’Università del Northwestern e autrice dello studio. “Ma la perdita di sonno breve, come l’equivalente di uno studente che passa la notte in bianco prima di un esame, è meno compresa. Abbiamo scoperto – continua – che la perdita di sonno induce un potente effetto antidepressivo e riconfigura il cervello. Questo è un importante promemoria di come le nostre attività comuni, come una notte insonne, possano alterare radicalmente il cervello in poche ore”. Tuttavia, i meccanismi precisi nel cervello che conducono a questi effetti contro la depressione sono rimasti scarsamente compresi. Per investigare tali meccanismi, i ricercatori hanno ideato un nuovo esperimento per indurre la perdita acuta del sonno in topi privi di predisposizioni genetiche legate ai disturbi dell’umore umano.

Dopo una notte insonne, il comportamento degli animali è risultato più aggressivo, iperattivo e ipersessuale rispetto ai controlli che avevano goduto di una notte di sonno normale. Attraverso l’uso di strumenti ottici e la manipolazione genetica, i ricercatori hanno misurato l’attività dei neuroni della dopamina, i quali sono responsabili della risposta del cervello al piacere. I risultati hanno evidenziato un aumento dell’attività neurale negli animali durante il breve periodo di privazione del sonno“Eravamo curiosi di sapere quali specifiche regioni del cervello fossero responsabili dei cambiamenti comportamentali“ – dice Kozorovitskiy. “Volevamo sapere se si trattasse di un segnale ampio e diffuso che coinvolgeva l’intero cervello o se fosse qualcosa di più specifico”. 

Le regioni del cervello coinvolte

Kozorovitskiy e il suo team hanno esaminato quattro regioni del cervello responsabili del rilascio di dopamina: il cortex prefrontale, il nucleo accumbens, l’ipotalamo e il striato dorsale. Dopo aver monitorato il rilascio di dopamina in seguito alla perdita acuta di sonno in queste aree, i ricercatori hanno identificato la coinvolgimento di tre delle quattro regioni studiate: il cortex prefrontale, il nucleo accumbens e l’ipotalamo. Tuttavia, per ottenere risultati più specifici, il team ha condotto esperimenti per silenziare sistematicamente le risposte della dopamina. È emerso che l‘effetto antidepressivo si è manifestato solo quando la risposta della dopamina nel cortex prefrontale mediale è stata soppressa. Al contrario, il nucleo accumbens e l’ipotalamo sembravano essere più coinvolti nei comportamenti iperattivi, ma mostravano una minore correlazione con l’effetto antidepressivo.

“L’effetto antidepressivo è persistito solo quando abbiamo silenziato le risposte della dopamina nel cortex prefrontale”– evidenzia Kozorovitskiy. “Ciò significa che il cortex prefrontale è un’area clinicamente rilevante nella ricerca di obiettivi terapeutici. Ma ciò rafforza anche l’idea – continua – che si è sviluppata di recente nel campo: i neuroni della dopamina svolgono ruoli molto importanti ma molto diversi nel cervello. Non sono solo una popolazione monolitica che predice semplicemente le ricompense”.

L’effetto antidepressivo perdura per alcuni giorni

Mentre la maggior parte dei comportamenti, come l’iperattività e l’aumento della sessualità, si attenuavano entro poche ore dopo la perdita acuta di sonno, l’effetto antidepressivo perdurava per alcuni giorni. Questo suggeriva la possibilità di un potenziamento della plasticità sinaptica nel cortex prefrontale. Durante l’esame dei singoli neuroni, Kozorovitskiy e il suo team hanno confermato tale ipotesi: i neuroni nel cortex prefrontale avevano sviluppato piccole protrusioni chiamate spine dendritiche, notevolmente plastiche e suscettibili di modifiche in risposta all’attività cerebrale. Quando i ricercatori hanno utilizzato uno strumento geneticamente codificato per disassemblare le sinapsi, l’effetto antidepressivo è stato invertito. Sebbene i ricercatori non abbiano ancora compreso pienamente il motivo per cui la perdita di sonno scateni questo effetto nel cervello, Kozorovitskiy sospetta che vi possa essere un ruolo evolutivo.

“È chiaro che la privazione acuta del sonno attiva in qualche modo l’organismo” – sottolinea Kozorovitskiy. “Si possono immaginare situazioni in cui c’è un predatore o qualche tipo di pericolo in cui è necessaria una combinazione di una funzione relativamente elevata – continua – con la capacità di ritardare il sonno. Penso che possa essere qualcosa che stiamo vedendo qui. Se si perde il sonno regolarmente, si verificano diversi effetti cronici che saranno uniformemente dannosi. Ma in modo transitorio, si possono immaginare situazioni in cui è vantaggioso essere intensamente all’erta per un certo periodo”.

Le avvertenze dell’esperta

 Kozorovitskiy avverte anche di non iniziare a passare la notte in bianco per migliorare l’umore“L’effetto antidepressivo è transitorio, e conosciamo l’importanza di una buona notte di sonno” –  dice la scienziata. Direi che è meglio andare in palestra o fare una bella passeggiata. Questa nuova conoscenza è più importante quando si tratta di abbinare il giusto antidepressivo a una persona” – conclude.

Fonte.

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