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Alzheimer: uno studio scopre nuovi geni che causano la patologia

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Uno studio internazionale, a cui ha partecipato anche l’Italia, apre nuove prospettive per la prevenzione e la gestione della malattia

Identificati 40 nuovi fattori di rischio genetico per la malattia di Alzheimer, grazie ad uno studio internazionale. La ricerca, pubblicata su Nature Genetics, ha confermato inoltre il ruolo di altri fattori già noti. Soprattutto risulta ora possibile generare uno score di rischio per la malattia che potrà essere usato per la sperimentazione di nuovi farmaci. Lo studio collaborativo è nato grazie alla costituzione di un grande network europeo di ricercatori denominato European Alzheimer and Dementia Biobank – EADB. Alla ricerca hanno collaborato anche studiosi statunitensi e australiani. Tra i centri italiani presenti, menzioniamo il Centro Alzheimer universitario della Città della Salute di Torino, coordinato dal Prof. Innocenzo Rainero.

La collaborazione tra i centri ha permesso di raccogliere campioni di DNA di oltre 100.000 pazienti affetti da Alzheimer e di confrontarli con quelli di 750.000 soggetti sani. La Città della Salute di Torino ha pubblicato una nota illustrando alcuni risultati raggiunti dallo studio. “Per la prima volta è stato scoperto il ruolo dei geni connessi con il fattore TNF-alpha nella modulazione della malattia. Questo peptide correlato all’infiammazione potrà essere target per trattamenti specifici che possano rallentare la progressione della malattia. Infine, sono stati isolati alcuni geni che hanno un ruolo anche in demenze correlate, come la demenza frontotemporale e la demenza a corpi di Lewy”.

L’Alzheimer è la principale causa di demenza. Oltre 50 milioni di casi al mondo

“La ricerca ha inoltre chiarito – prosegue la nota – il ruolo delle cellule microgliali nella progressione della malattia. Queste sono cellule ‘spazzine’ cerebrali che provvedono alla rimozione di proteine anomale che possono essere neurotossiche. L’attivazione eccessiva delle cellule microgliali può essere dunque una seria causa di danni che si osservano nella malattia. Le importanti scoperte rilevate in questo studio – conclude la nota – ci avvicinano all’identificazione di nuove terapie efficaci contro questa devastante malattia”.

L’Alzheimer è la principale causa di demenza. A livello mondiale più di 50 milioni di persone sono affette da demenza. Se non dovesse nascere alcuna cura, nel 2050 la prevalenza di tale malattia potrebbe essere triplicata. Solo in Piemonte, ad esempio, ci sono più di 60.000 persone affette da deficit cognitivo grave.

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