È ancora dall’Oriente che arriva un allarme sanitario a 4 anni dalla pandemia Covid. In molte metropoli cinesi è scattata l’emergenza sanitaria per una misteriosa polmonite che sta colpendo i bambini
Ancora una volta, giunge un segnale d’allarme sanitario dall’Oriente, a distanza di quattro anni dall’inizio della pandemia da Covid. In numerose città cinesi, è scattato l’allarme sanitario a causa di una misteriosa polmonite che sta colpendo i più piccoli. Il primo avviso è stato lanciato da ProMed, un sistema di sorveglianza accessibile al pubblico che tiene sotto controllo le epidemie di malattie umane e animali in tutto il mondo. Questo sistema ha emesso una notifica riguardante una “polmonite non diagnosticata” nei bambini, caratterizzata da febbre elevata e tracce nei polmoni, ma priva di tosse.
È interessante notare che proprio alla fine del 2019, ProMed aveva dato l’allarme iniziale riguardo a un virus respiratorio sconosciuto, successivamente identificato come Sars-CoV-2. I media asiatici si concentrano principalmente su Pechino e Liaoning come le città più colpite da questa epidemia di polmonite, che si manifesta con sintomi quali febbre elevata e la formazione di noduli polmonari. Gli ospedali sembrano trovarsi in uno stato di sovraffollamento a causa dei numerosi casi, e molte classi nelle scuole sono decimate a causa dell’ingente numero di bambini ricoverati.
Una prima ipotesi: il Mycoplasma pneumoniae
Eric Feigl-Ding, rinomato epidemiologo che sta seguendo da vicino la situazione, ha rinnovato l’allarme attraverso vari post e video che dettagliano la situazione attuale pubblicati sulla piattaforma ‘X’. Secondo l’esperto statunitense, una possibile spiegazione di questi casi potrebbe essere il “Mycoplasma pneumoniae”, un batterio noto per causare patologie, soprattutto a livello dell’apparato respiratorio. Feigl-Ding suggerisce che si potrebbe trattare di una forma di “polmonite ambulante”, la quale, stando a diverse fonti, sembrerebbe essere in aumento in Cina. Il professore ha condiviso immagini di bambini ricoverati in ospedale, intenti a svolgere i compiti scolastici mentre indossano mascherine e sono collegati a flebo. Il suo commento finale, “Che razza di mondo”, riflette l’amarezza e la preoccupazione dello scienziato di fronte a questa difficile situazione.
Una conseguenza del Covid?
Se questa enigmatica polmonite infantile sta nuovamente mettendo a dura prova il sistema sanitario cinese, alcuni esperti avanzano l’ipotesi che ciò potrebbe essere una conseguenza della revoca delle restrizioni post-pandemia nel gigante asiatico. Un analogo scenario si è verificato in Europa e negli Stati Uniti lo scorso inverno, quando si è registrata un’epidemia di casi di virus respiratorio sinciziale tra i bambini, unita a una stagione influenzale 2022-2023 più intensa (ne avevamo parlato qui). I sintomi associati alla “polmonite ambulante”, che solitamente colpisce i bambini più piccoli, comprendono mal di gola, affaticamento e tosse persistente che può protrarsi per settimane o mesi. Nei casi più gravi, la condizione potrebbe evolvere in una forma di polmonite.
“Si tratta della prima ondata di infezioni da Mycoplasma pneumoniae da quando la maggior parte delle misure di contenimento anti-Covid sono state revocate“ . Queste sono le parole di Zhou Huixia, noto pediatria in Cina, in un’intervista al ‘China Daily’. “L’ondata è apparsa particolarmente aggressiva dopo la festa della Festa Nazionale all’inizio di ottobre – ha aggiunto. Rispetto agli anni precedenti abbiamo riscontrato più pazienti con infezioni miste, resistenza ai farmaci e polmonite lobare”.
Interviene anche l’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ufficialmente richiesto alla Cina dettagliate informazioni sull’incremento dei casi di malattie respiratorie e sui focolai di polmonite segnalati nei bambini. Tale richiesta è stata formulata in risposta alla comunicazione della Commissione Sanitaria Nazionale di Pechino, durante una conferenza stampa tenutasi il 13 novembre, che aveva segnalato un aumento del fenomeno nel Paese. In una nota, l’agenzia sanitaria dell’ONU ha dichiarato che le autorità cinesi hanno attribuito l’aumento dei casi alla revoca delle restrizioni anti-COVID e alla diffusione di agenti patogeni, tra cui l’influenza, il micoplasma pneumoniae (una comune infezione batterica che colpisce i bambini più piccoli), il virus respiratorio sinciziale e il virus responsabile del COVID-19. Le autorità cinesi hanno sottolineato la necessità di intensificare la sorveglianza nelle strutture sanitarie e nelle comunità.
Sia la Cina sia l’Oms hanno dovuto affrontare dubbi sulla trasparenza della segnalazione dei primi casi di Covid-19 emersi nella città di Wuhan già alla fine del 2019. L’agenzia di Ginevra ha riferito anche che gruppi, tra cui il Programma per il monitoraggio delle malattie emergenti, hanno segnalato focolai di polmonite non diagnosticata nei bambini nel nord della Cina. Il punto è che non è chiaro se i casi siano associati all’aumento complessivo delle infezioni respiratorie segnalato in precedenza dalle autorità cinesi o ad eventi separati.
Le raccomandazioni dell’agenzia
Di conseguenza, l’OMS ha chiesto ulteriori informazioni epidemiologiche, cliniche e risultati di laboratorio su questi focolai infantili attraverso il meccanismo del Regolamento Sanitario Internazionale. A partire da metà ottobre, l’OMS ha segnalato un aumento di malattie simil-influenzali nella Cina settentrionale rispetto agli stessi periodi degli anni precedenti. In attesa di ulteriori dettagli, l’agenzia ha raccomandato l’adozione di misure appropriate per ridurre il rischio di contagio. Tra queste la vaccinazione, il mantenimento della distanza da persone malate, l’autoisolamento in caso di infezione, test e cure mediche in base alle necessità. Ma anche l’utilizzo delle mascherine in determinate circostanze, la buona ventilazione degli ambienti e il lavaggio regolare delle mani.
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