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Master in Virologia Ambientale: nascono i “cacciatori di virus”

Tempo di lettura: 2 minuti

Il Master ha la durata di un anno ed è stato organizzato dall’Università di Torino

Era notizia di qualche giorno fa: la diminuzione dei tracciatori all’interno del sistema sanitario. Una figura importante che ha subito un forte decremento nel corso dei mesi e ha tolto uno scudo per l’individuazione dei contatti in piena pandemia. Lo stesso covid, però, ha messo in mostra un altro aspetto importante. La necessità di individuare delle nuove figure per cercare di fronteggiare al meglio future epidemie. Per questo, a Torino, è nato il primo Master, della durata di un anno, in Virologia Ambientale, progettato dall’Università con la Regione Piemonte e l’Arpa. Un mezzo utile a formare dei veri e propri cacciatori di virus. Persone capaci di incrociare i dati sul contagio e individuare le modalità di scambio dell’infezione tra le persone. Campionare delle matrici ambientali come acqua e aria.

A inaugurare la prima giornata di studio del master, all’Arpa c’erano l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Matteo Marnati, il direttore di Arpa Piemonte, Angelo Robotto. Inoltre il direttore del Master David Lembo e l’immunologo e direttore della Clinica di Malattie infettive dell’Università di Torino, Giovanni Di Perri.

Il Master nasce con la collaborazione della Regione Piemonte e dell’Arpa

L’idea è nata dall’esperienza dell’hub realizzato dall’Arpa in questo ultimo anno per sintetizzare i tamponi e dalla professionalità dell’Arpa piemontese, riconosciuta, inoltre, unica in Italia, come ente di ricerca”, ha spiegato l’assessore Marnati. “Alla luce del fatto che scienziati ed esperti di tutto il mondo prevedono per il futuro nuove pandemie. Per non trovarsi più così impreparati come è accaduto con il Covid 19”.

In quest’anno – ha commentato Robottoabbiamo processato oltre 100.000 tamponi e sviluppato nuove sinergie per campionare I vari ambienti indoor e outdoor incrociando i dati con il contagio reale delle persone. L’idea è quella di capire, per esempio la presenza dei virus in ambienti. Le scuole, gli ospedali, gli uffici, ma anche certi ambienti esterni più o meno affollati”.

Il Master è un prodotto – ha dichiarato l’immunologo Di Pierrifrutto di genialità ed esperienza sul campo e con grande ricaduta clinica. È bene che la gente sappia che la ricerca sta procedendo nello studio di quanto sta accadendo e che abbia fiducia. Saremo pronti ad affrontare le prossime sfide anche formando le nuove figure necessarie”. 

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